Il nostro sito fa uso di cookies per migliorare la tua esperienza di navigazione. Continuando a navigare accetti l'uso di questi file.

Cerca tra i report

La mia relazione del mio amato Honduras.
Premetto che l'unica nota negativa di tutto il mio viaggio è stato il trasporto aereo con la compagnia Alitalia.
Il giorno della mia partenza, venerdì 20 luglio il volo Alitalia per Londra è stato cancellato e di conseguenza, visto che io abito a Verona ed ero sola in aeroporto, mi hanno portata insieme agli altri passeggeri in hotel a Novara per passare la notte. questo perché avevo perso tutte le coincidenze e non c'erano altri voli disponibili; una signorina dell'Alitalia si è occupata di prenotarmi i voli per il giorno dopo.

Per quanto riguarda la mia esperienza devo dire che complessivamente è stata positiva.
Penso che sia più costruttivo per gli organizzatori sentire ciò che non è andato benissimo piuttosto che tessere le lodi delle attività svoltesi con successo.
La famiglia che mi ha ospitato era molto gentile e premurosa,anche se estremamente impegnata con le proprie attività lavorative tanto da lasciarmi sola in casa per diversi giorni, cosa che non ho apprezzato particolarmente.

In primo luogo voglio ringraziare tutti coloro che hanno fatto in modo di darmi ancora l'opportunità di partire con gli scambi giovanili Lions!
Con piacere la rendo partecipe della mia esperienza che senza dubbio mi ha fatto crescere ulteriormente sia grazie a cose positive che grazie a quelle negative!
In questo mio viaggio, che è servito ad arricchirci culturalmente, abbiamo potuto conoscere persone magnifiche che ci hanno ospitato con grande serenità ed accolti (parlo per la mia famiglia in primo luogo) come fossimo dei figli e non degli ospiti.

Lo scambio in Honduras è stato molto interessante: sono contento di avervi partecipato quest' anno, perché solo con l'esperienza maturata negli anni passati sono riuscito a cogliere degli aspetti che magari prima avrei considerato ininfluenti.
Sono stato affascinato dalla bontà delle persone, che si accontentano del poco che hanno e non desiderano lasciare il proprio appezzamento di terreno...La famiglia fantastica, tutti molto premurosi ed accomodanti, però non molto inclini al dialogo, ad esclusione del padre, uomo coltissimo con cui ho avuto il piacere di parlare quotidianamente di qualsiasi argomento..
La casa grande, confortevole, accogliente, avevo la mia stanza col bagno, dunque non potevo avere sistemazione migliore.

Prima di partire per la Guadalupa avevo aspettative talmente grandi che avevo paura di rimanere delusa.
Invece i 26 giorni che ho passato là, sono stati ancora più belli di quanto mi aspettassi.
Sono arrivata il 2 luglio e per la prima settimana del mio soggiorno sono stata accolta da una meravigliosa famiglia francese, composta dai genitori e un figlio grande. Appena li ho conosciuti mi sono sentita perfettamente a mio agio, come se fossi a casa.
Mi hanno accolta come una figlia (e una sorella) e hanno fatto per me molto di più di quanto mi sarei mai aspettata.

Quest’estate grazie agli Scambi Giovanili dei Lions Club sono andata in Guadalupa.
Prima di partire non conoscevo minimamente l’isola, ma vedendo alcune foto sul web, le mie aspettative erano molto alte. Eppure quando sono arrivata è stato anche meglio, a cominciare dai paesaggi…Ho trascorso i primi nove giorni in una famiglia composta da una signora non troppo giovane ma piena di energie.
Sono rimasta sola i primi due giorni e poi sono arrivate nel corso della settimana altre due ragazze con cui avrei fatto il campo e con le quali ho da subito avuto un bellissimo rapporto.
L’esperienza nella famiglia è stata molto interessante; abbiamo visitato l’isola della Basse Terre e abbiamo conosciuto moltissime persone.
Abbiamo gustato i piatti tipici della cultura creola e preso parte a feste e riti tradizionali, tra cui anche una veglia funebre.

Quando ho deciso di partire con i Lions, di fare questa esperienza, ero piena di dubbi e aspettative, ma non avevo la minima idea di quello che effettivamente mi avrebbe dato.
Sono salita sull'aereo pensando di iniziare una bella esperienza, nulla di più, ma sono tornata indietro con un bagaglio pieno di emozioni e sensazioni che non credo potrò dimenticare.
Penso che l'aspetto più importante di questo scambio culturale sia stato il fatto di vivere con una famiglia del luogo ( o meglio due), condividere la casa, il cibo e le abitudini ventiquattr'ore su ventiquattro.
La loro routine e il loro modo di passare la giornata diventano i tuoi, facendo in modo che tu possa guardare il mondo con i loro occhi!!!

In giugno e luglio grazie ai Lions club ho vissuto un esperienza stupenda e molto formativa in Grecia, a Salonicco.
Sono stato 16 giorni in famiglia, ospitato da Maria e Massimo, due persone molto disponibili, gentili e veramente simpatiche. L’inizio non è stato esaltante: cibi diversi, orari assolutamente diversi, un ambiente opposto al mio (piccolo paese di 8000 abitanti-città di 1 milione e 200 mila abitanti), e soprattutto tanto imbarazzo, anche con i ragazzi ospitanti, Niko e Marko.
Ci sono voluti parecchi giorni per ambientarmi e trovarmi a mio agio in una cultura totalmente differente dalla mia, ma che ho apprezzato molto, in particolare in campo culinario. 
Ho stretto amicizia con molti ragazzi, che mi hanno dato l’opportunità di migliorare l’inglese e di aprire la mia mente.

“Buon viaggio hermano querido 
e buon cammino ovunque tu vada 
forse un giorno potremo incontrarci 
di nuovo lungo la strada. 
...che le stelle ti guidino sempre 
e la strada ti porti lontano”

13-07-14
Siamo appena arrivati nella casa al mare, abbiamo sistemato i bagagli, mi sono fatta una doccia e come sottofondo ci sono i Rolling Stone. È una famiglia dolcissima, mi riempiono di attenzioni anche se ogni tanto parlano in greco tra loro e io non capisco proprio nulla. Il grande ostacolo della lingua è per il momento insormontabile. Loro parlano inglese da tanto tempo e sono bravi, io faccio fatica a comunicare con loro.. comunico a monosillabi e gesti. Stasera andiamo ad un concerto jazz e poi a cena con amici.. non sono cosi coraggiosa come pensavo di essere.. pensavo fosse più facile.

La sveglia suonò alle 8:00, del 18 luglio...sinceramente ero perplessa e insicura nell'affrontare un viaggio che sognavo di fare da quando avevo 5 anni, mentre la tv italiana cominciava a trasmettere i primi cartoni animati giapponesi; sapevo che questo sogno avrebbe cambiato le sorti di una relazione che sarebbe potuta durare abbastanza da farmi stancare.
Mettendo da parte i sentimentalismi un impegno con gli scambi giovanili Lions l'avevo ormai preso e non sono una che si tira indietro; lasciando indietro il fidanzato presi quell'aereo, che mi avrebbe portato nel futuro...il Giappone.
Del Giappone sapevo tutto e niente, conoscevo già qualche parola che mi permetteva di sopravvivere e il problema "cibo" non era poi così importante, visto che era da mesi che vivevo di cucina orientale...

Grazie Lions, non potete immaginare quanto vi sia stato grato per avermi permesso di vivere un’esperienza che più che un viaggio potrei definire un sogno realizzato: Il Giappone. 
Descrivere questo paese è impossibile quasi quanto tentare di raccontare la mia esperienza nipponica in modo esauriente in poche righe.
Quattro famiglie splendide, desiderose di farmi scoprire quanto di meglio il loro paese potesse offrirmi in un tempo così limitato (anche se definire limitato un mese di vacanza suona come un paradosso..). La sacralità di Kyoto, la frenesia di Osaka, la struggente bellezza di Hiroshima, il rigore di Kobe per finire con quella che considero la vera gemma del viaggio..due giorni nell’umido fragore di Tokio. Da ogni luogo ho carpito qualcosa ma, ancora più importante, ho carpito qualcosa da chiunque incontrassi (e le assicuro che sono stati tantissimi..) .

Il viaggio che ho intrapreso in Giappone grazie all’impegno che I soci Lions hanno deciso d’ onorare, incentivare gli scambi interculturali tra nazioni, è stato davvero un sogno che si è avverato.
Sono partita da Peretola con una ragazza fiorentina, Paola,che durante il viaggio si è dimostrata un ottima e cara amica.
Appena atterrate a nagoya siamo state accolte dalle nostre famiglie ospitanti e dai referenti Yec.
L’accoglienza è stata molto cordiale.
Il mese di soggiorno è passato davvero velocemente, soprattutto grazie alle innumerevoli attività “tradizionali e non” che la mia host family aveva programmato per tutta la mia permanenza.
Altra fortuna che mi è capitata è che ho avuto per un intero mese ospitalità presso una sola famiglia. così il legame umano e lo scambio a livello culturale e amichevole, ha avuto tutto il tempo per essere approfondito ed incoraggiato.

Questo è stato il mio secondo viaggio in Giappone.
La prima volta mi recai lì due anni fa per una questione puramente turistica che mi aveva già dato modo di apprezzare questo paese.
Devo dire che il Giappone è un paese pieno di sorprese che continua a sorprendere i visitatori, con la sua storia, il suo fascino e le sue contraddizioni.
La prima volta che sono andata devo ammettere che le mie nozioni del Giappone erano veramente scarse, a parte quanto studiato a scuola sapevo poco di più e sono rimasta letteralmente affascinata da questo mondo così frenetico e immobile al tempo stesso. Frenetico perché le città sembrano degli enormi formicai pieni di formiche operaie che non si fermano mai ma sono sempre in movimento, e immobile perché basta entrare in uno dei loro meravigliosi giardini che si ha la sensazione che il tempo si sia fermato al periodo dei samurai e ti senti protetto dal silenzio e dalla tranquillità di questi luoghi.
La cosa sorprendente è che queste due realtà così lontane tra loro riescono a convivere pacificamente, all’interno delle immense città infatti ci sono molti spazi verdi dove le persone amano passeggiare e che sono utilissimi per staccare la spina dalla frenesia che li attanaglia.

Durante il periodo delle Vacanze di Natale, grazie al Programma LIONS degli Scambi Giovanili, ho avuto la possibilità di soggiornare in Giappone per tre settimane: dal 16 Dicembre 2006 al 7 Gennaio 2007.
Sono stato ospitato da una Famiglia di LIONS Giapponesi residenti nei pressi di Osaka. composta dai signori Hyogo ed i figli Ominobu di 16 Anni e Shiori di 18 anni. All’arrivo sono stato accolto con la tradizionale ospitalità Giapponese e mi sono adattato con facilità allo stile di vita dei miei Ospiti.
Il ritmo e lo stile di vita dei Giapponesi è per molti aspetti completamente diverso da quello delle nostre famiglie. Una cosa che mi ha particolarmente colpito è la loro riservatezza e la loro attività instancabile.
Oltre al periodo trascorso in famiglia sono stato invitato a partecipare a due Campi riservati agli Scambi Giovanili (Exchange Students) in cui ho avuto l’opportunità di incontrare ragazzi e ragazze della mia età provenienti da varie parti del Mondo (Malesia, Australia, Perù ecc.)

Lo scorso 14 Agosto, tra pianti, abbracci, saluti, ringraziamenti e promesse, che dimostrano l’affetto coltivato, si  è concluso il mio mese come ospite in Giappone, e questo è stato il più bel mese trascorso all’estero in vita mia. Non era il primo viaggio che facevo con gli scambi giovanili, ma mai mi sono divertita ed entusiasmata tanto!
A qualcuno può sembrare difficile vivere così a stretto contatto con una cultura tanto diversa anche se poi non così distante dalla nostra... non lo è. E' una sensazione magnifica quella che provi ogni giorno svegliandoti sapendo che oggi potrai scoprire qualche cosa di nuovo sulle usanze, su i costumi e sulle tradizioni del posto in cui sei...Io sono stata molto fortunata, perchè ho avuto la fortuna di essere ospitata da tre diverse famiglie che mi hanno aiutato a conoscere meglio il loro modo di vivere, le loro usanze e tradizioni..
Parlando delle mie host family… La prima famiglia che mi ha ospitato, formata da Hiroko, Haruki, Mai e Rei, mi ha fornito le occasioni per approfondire meglio la storia della loro città, i luoghi principali e più belli.

Il soggiorno é stato organizzato in ogni minimo dettaglio, i lions giapponesi amano primeggiare e sentir parlar bene del loro operato, però lo fanno senza malizia, sono molto spontanei....
Le due settimane trascorse in famiglia rimarranno un ricordo indelebile, praticamente tutta l'attività del club girava intorno a me, ogni giorno c'erano ad accompagnarmi, oltre alla mia hostfamily, almeno 3 o 4 soci....sono riusciti a farmi entrare nel loro mondo, ed é stata una scoperta eccezionale, anche perché ammetto che della cultura giapponese non conoscevo molto....la coppia che mi ospitava era abbastanza anziana, lui é un giapponese vecchio stampo, un po' eccentrico, molto tradizionalista....é stato veramente il mio punto di riferimento, un uomo fantastico e molto generoso....
Le mie giornate erano letteralmente piene,stancanti, ma a fine serata ero sempre talmente entusiasta che non facevo altro che pensare a quello mi avrebbe aspettato il giorno seguente.....
Il campo giovanile un' altra bellissima esperienza, un' emozione continua....

Risulta difficile esprimere con una relazione la meravigliosa esperienza che ho vissuto durante la mia permanenza in Giappone. Se penso a tutte le esperienze che ho fatto ed a tutto ciò che ho potuto vedere mi rendo di quanto io sia stato fortunato a poter fare un’esperienza simile ed allo stesso tempo vorrei esprimere la mia gratitudine al Lions Club ed a tutti coloro che hanno fatto in modo che quello che per molti è un sogno diventasse per me realtà. In questo momento non posso che esprimere la mia gratitudine con le parole, ma l’esperienza degli scambi ha lasciato in me un segno che sarà difficile cancellare. Se non avessi potuto fare queste esperienze, come lo scambio in Olanda, in Finlandia e l’impegno come staff al Campo Italia, probabilmente ora sarei una persona diversa. Non posso dimenticare ciò che è stato fatto per me, e spero di poter continuare anche in futuro a dare il mio piccolo contributo come parte attiva nei campi o in attività collegate al programma di scambi giovanili.

E' mio desiderio condividere un "assaggio" della mia avventura in Giappone con chi mi ha permesso di vivere questa eccezionale esperienza.Ammetto che, fin dall'inizio, sapevo che sarebbe stata un'avventura: mi ero "armata" di guide e informazioni sul Paese che avrei raggiunto ed ero a conoscenza dei particolari usi e costumi giapponesi.
Tuttavia nulla, a mio parere, può veramente prepararti a un viaggio come questo; la vera avventura è imparare a conoscere un paese che davvero sembra essere totalmente differente dal nostro,  è vivere per un mese con un popolo che, avendo radici profondamente diverse da quello occidentale, spesso sembra "alieno".

Per quanto riguarda la mia esperienza in Giappone, forse è scontato dire che è stata fantastica!
Sono stata ospitata da una famiglia meravigliosa, e ho avuto modo di conoscere delle persone eccezionali.
Per quanto riguarda i piccoli accorgimenti, il papà della famiglia (ovvero il membro Lions) è stato un po' assente, probabilmente a causa del lavoro, ma fortunatamente, essendo la famiglia numerosa non sono mai stata da sola. Mi è dispiaciuto molto che la mia famiglia non sia stata avvisata del cambio del mio volo all'andata, che è avvenuto all'ultimo momento e di cui nemmeno io ero al corrente, e mi hanno aspettato per 5 ore in aeroporto.

Ho pensato di raccontare il mio viaggio in Giappone in cinque fasi: la partenza, il soggiorno a Odawara, il Lions camp, il soggiorno a Oiso e il ritorno.

LA PARTENZA

Premetto che, prima di partire, ero un po’ scettico nei confronti di questa opportunità, ma nel corso della mia vacanza mi sono dovuto assolutamente ricredere. Il mio viaggio è cominciato il 16 luglio quando sono partito dall’aeroporto di Ronchi dei Legionari per raggiungere Milano, dove dopo poche ore avrei dovuto prendere il volo per Tokyo. Purtroppo queste poche ore si sono tramutate in sette ore di ritardo, dovuto alla chiusura dell’aeroporto di Narita in seguito ad una scossa di terremoto…..e passare così tanto tempo in un terminal non è affatto facile. Fortunatamente ho ingannato l’attesa facendo conoscenza con altri ragazzi che avrebbero partecipato agli scambi giovanili. L’aereo è decollato alle nove di sera e dodici ore più tardi mi sono ritrovato in Giappone. All’aeroporto ho incontrato immediatamente il signor Iwamoto Kazuhiro, membro del Lions club di Odawara, che con la sua vettura mi ha condotto nella mia prima host family.