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Non è facile scrivere un report di questo bellissimo viaggio di cui ci sarebbero troppe cose da dire e da raccontare, un'esperienza che fino a poco tempo fa non avrei mai immaginato di poter vivere.
Partiamo dal presupposto che ho vinto questo viaggio per caso, partecipando ad un concorso con la scuola e e vincendo grazie a un tema relativo al lavoro e alla disoccupazione. Inizialmente le paure erano tante: partire da sola per tre settimane senza nessuno che possa capire la tua lingua e cavarsela da sola cambiando due aerei in un paese straniero mi spaventava davvero. Inutile dire che già il primo giorno, appena incontrata la mia hostfamily e conosciuto il figlio della mia stessa età, tutti i miei timori erano svaniti completamente.
Infatti con loro mi sono trovata benissimo e sempre a mio agio, mi hanno resa partecipe di tutto quello che facevano e mi hanno permesso di incontrare già nella prima settimana con loro molti ragazzi del camp provenienti da ogni parte del mondo con cui ho potuto iniziare a stringere amicizia e confrontarmi sui nostri paesi e tradizioni fin dal secondo giorno.

“Spurensuche fϋr ein hoffungsvolles Europa 2030?! - global denken-lokal handeln”

Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva una calda memoria della meta da cui è tornato. (Edgar Allan Poe)
Le persone non fanno i viaggi,sono i viaggi che fanno le persone. (John Steinbeck)
Qual è il vero significato della parola viaggiare? Cambiare località? Assolutamente no! Viaggiare è cambiare opinioni e pregiudizi. (Anatole France)

Queste citazioni racchiudono ciò che ha significato per me questo progetto, questo viaggio alla scoperta del nostro futuro ed, egoisticamente, ad una personale crescita non solo come studente, ma proprio come persona.
Il mio soggiorno ha avuto luogo nella struttura ‘Schloβ Hersberg’ ad Immenstaad am Bodensee,un piccolo comune tedesco che comprende circ 6mila abitanti, situato nella zona Baden-Württemberg.

Sono tornata la settimana scorsa dal viaggio in Germania. E' stata un'esperienza bellissima e per questo vorrei ringraziare per l'opportunità che il Lions Club di Savona mi ha dato.
Non solo mi sono affezionata alle persone che hanno partecipato al campo (rimanendo in contatto con alcuni di loro anche dopo la sua fine); ma mi sono anche interessata molto al lavoro sociale svolto dall'associazione del Lions Club. Ad esempio, durante il campo, abbiamo visitato un centro per persone affette da disabilità finanziato dal Lions Club.
Per questo motivo sono interessata a continuare (anzi a iniziare) questo percorso. 
Alcuni ragazzi del campo mi hanno parlato dell'associazione dei LEO,  mi piacerebbe saperne di più e se a Savona è presente. 
Sarei grata se riusciste ad aiutarmi e indirizzarmi in questa organizzazione che per due settimane mi ha lasciata sbalordita e appartenente ad una grande famiglia.

Quest’estate è stata segnata dall’esperienza più sbalorditiva della mia vita: uno scambio interculturale in Germania, ad Hannover.
Al momento dell’iscrizione mi è stata comunicata l’impossibilità di aderire al soggiorno in campus, perciò mi aspettavo di trascorrere tre settimane in famiglia. Tale situazione, però, è cambiata, dal momento che due ragazze bielorusse, non ottenendo il visto, non sono potute partire. Pertanto, un’altra ragazza italiana ed io siamo state selezionate e abbiamo accettato.
Ma procediamo con ordine: durante la prima settimana sono subito stata accolta calorosamente e ho preso parte alle attività quotidiane della mia famiglia. Quotidiane per loro, ma non per me! 

Mi chiamo Francesco, 21 anni, quest’anno ho partecipato agli scambi giovanili dei Lions e ho visitato la Georgia. Devo essere sincero quando mi hanno comunicato la destinazione non ero molto entusiasta, ma è stata una grande sorpresa.

Nel raccontare le mie vacanze, la domanda che ho ricevuto più spesso è stata: ma perché diamine hai deciso di andare in Georgia? 
E io, beh, sarò sincera, non era fra le mie scelte iniziali. 
Però quando mi è stato proposto ho pensato “perché non provare?”, e per fortuna che sono partita! 
E’ un paese piuttosto sconosciuto per noi, e così, solo perché non è una meta “di tendenza”, le persone sono portate a pensare che non ci sia nulla di interessante: nulla di più sbagliato!

La prima domanda che sicuramente vi viene in mente e che tutti, compresi i georgiani, mi hanno fatto è: "perché tra tante mete hai scelto la Georgia?". La rispo sta è semplice. La Francia, la Spagna, gli Usa, il Giappone...mete "famose" per i viaggi con la propria famiglia, con gli amici, per imparare la lingua; ma sappiamo già tutto su questi posti. Leggendo vi saranno sicuramente venuti in mente la Tour Eiffel, i locali di Barcellona, le spiagge della California e il Sushi. 

La mia esperienza in Georgia è stata positiva, non solo perché mi ha permesso di migliorare le mie conoscenze della lingua inglese e poterle utilizzare per comunicare con altri ragazzi provenienti da tutta Europa, ma mi ha anche permesso di conoscere un paese, così diverso dall'Italia ,ma allo stesso tempo interessante.

Il viaggio ha fatto sì che io potessi rendermi conto di persona delle vicende successive alla caduta dell’Unione Sovietica, informazioni che avevo acquisito solo mediante lo studio; constatando e avendo modo di parlare con la gente del luogo, ho capito più a fondo non solo la loro storia, ma anche i loro comportamenti e le loro abitudini.

Scrivo questa mail ai miei amici, dovunque si trovino nel mondo. Io sono in Giappone in questo momento e potrà sembrarvi banale ma è una delle esperienze più assurde e meravigliose che abbia mai fatto, con persone straordinarie ed immerso in una cultura davvero stravagante (almeno per un piccolo cesenate come me). Magari mi avete già sentito dire qualcosa di simile ma credetemi, era vero tutte le volte.

Dopo oltre 22 ore di viaggio, partita da Venezia via Amsterdam e con cambio a Fukuoka, sono arrivata nel piccolo aeroporto di Miyazaki, una città nell'isola di Kyūshūa a sud del Giappone.
Appena varcata l'uscita ho trovato un piccolo comitato con il presidente del Lions locale e la famiglia che mi avrebbe ospitato ad accogliermi con cartelloni di benvenuto, fiori e macchine fotografiche pronte ad immortalare il momento: ero ufficialmente entrata nell'atmosfera giapponese. 

Credo che porterò per sempre vivo nel mio cuore il ricordo di un’estate insolita, trascorsa all’insegna dell’amicizia, del buon umore e di tanta spontaneità.. un’estate che mi è stata resa speciale dal Lions Club e dall’indimenticabile esperienza vissuta in Francia in compagnia di gente genuina e tanto disponibile che mi ha accolta sin dal primo giorno come fossi una loro figlia.Il soggiorno per me si è svolto in due tempi: una prima settimana presso un castello incantevole della nobile famiglia De Torcy e le seconde due, in un college sito in Alençon con 22 ragazzi della mia età provenienti da tutto il mondo.
Durante la prima settimana ho vissuto emozioni fantastiche in compagnia della mia amica italiana Giovanna che ha vissuto in casa con me. Questi primi sette giorni non sono stati tutti rose e fiori. In famiglia ho incontrato molte difficoltà nella comunicazione.. nessuno dei miei familiari infatti parlava inglese e malgrado la mia voglia di comunicare fosse tanta, non sono mancati problemi di comprensione!

L’esperienza che ho vissuto quest’estate in Francia, con i suoi lati positivi e negativi, è stata per me un momento di crescita personale. Ho dovuto, infatti, affrontare difficoltà di carattere organizzativo che, se in un primo momento mi hanno fatto preoccupare parecchio, alla fine si sono rivelate, una volta superate, solo fattori che inducono ad avere più sicurezza.
D’altra parte situazioni entusiasmanti hanno caratterizzato il soggiorno, consentendomi di conoscere nuove persone, visitare luoghi e approfondire tematiche, in parte sconosciute.  La prima settimana l’ho trascorsa in una famiglia, formata da marito e moglie anziani ma molto attivi, che vive in una piccola cittadina chiamata Elbeuf, poco lontana da Rouen, in Normandia.

Era un giorno di metà marzo, ero in classe, ora di buco. I ragazzi non prestano mai attenzione alle circolari, me compresa, figuriamoci durante un’ora di buco. Quel giorno però l’ho sentita, anzi ho sentito solo tre cose: “riservato ai maggiorenni del quarto anno”, “necessaria la conoscenza dell’inglese e del francese”, “tre settimane di viaggio in Francia offerte dal Lions Club”. Sarà che ognuna di queste tre cose mi toccava da vicino - avevo appena compiuto 18 anni, proprio il settembre precedente avevo deciso di cominciare a studiare il francese come terza lingua e adoro viaggiare -, ma sta di fatto che mi sono risvegliata dal torpore dell’ora di buco e mi sono fiondata in segreteria a fare domanda - poco speranzosa, la fortuna non è mai stata il mio forte. Dopo soli due giorni ricevo contemporaneamente una convocazione dal preside ed una telefonata dal sg. Fabrizio Carmenati, membro Lions, che si congratulava con me per aver vinto il concorso.

Il mio soggiorno in Francia, precisamente in Normandia, è iniziato il 30 giugno ed è terminato il 21 luglio. 
Si è svolto inizialmente in famiglia, a Rouen, composta da persone meravigliose. Mi sono sentita parte integrante della loro famiglia e si sono personalmente occupati dei nostri problemi, delle nostre perplessità ed hanno organizzato le nostre uscite e visite a Etretat, Dieppe, Le Havre, Parigi, Rouen... Abbiamo anche assistito ad una della tappe del Tour de France!
Dividevo la mia camera con una ragazza slovena, Tajda; a Rouen vi erano altre famiglie ospitanti con cui abbiamo condiviso tutte le nostre gite e la maggior parte dei pasti. 

Quando in primavera il responsabile degli scambi giovanili mi ha comunicato che la mia meta sarebbe stata la Francia, ho pensato che non sarebbe stata un'esperienza così interessante come quella vissuta l'anno precedente in Finlandia.
La Francia è una meta poco "esotica", è un paese che pensavo di conoscere bene e, soprattutto, è l'unica nazione la cui lingua officiale per gli scambi è il francese, che non praticavo da un pezzo.

La mia esperienza è cominciata il 13 Luglio all'aeroporto di Genova..ero un po' impaurita, non sapendo come mi sarei trovata, come sarebbero state le famiglie, cosa avrei mangiato!!
Beh, il primo giorno l'ho passato a spasso per Amsterdam e le paure sono passate tutte! 
La prima famiglia che mi ha ospitata era composta da una donna di cinquant'anni circa, senza figli, ed ero insieme ad una ragazza proveniente dalla Croazia. Ci hanno accolte con un gustosissimo barbeque di solo cibo indonesiano, molto tipico in Olanda.

Carissimi Lions
Innanzi tutto vi ringrazio caldamente per avermi dato quest’enorme opportunità: ho conosciuto molte persone interessanti con le quali sono rimasto in contatto e allo stesso tempo ho ampliato notevolmente la mia conoscenza della lingua francese.
Un particolare ringraziamento a Mario Nicoloso che conosco da quando avevo 3 anni e la cara moglie Annamaria mi teneva in braccio. GRAZIE MARIO!

Il mio viaggio è cominciato dall’Aeroporto di Venezia e una volta arrivato a Lione ho preso un bus e dopo qualche ora ero ad Annecy dove avrei conosciuto la mia famiglia e gli altri giovani del Campo.

Dal 27 giugno al 19 luglio ho trascorso bellissime giornate in Francia: il periodo si divideva nel seguente modo: una prima settimana i numerosi giovani coinvolti sono stati accolti in famiglia privata (che poteva ospitare uno solo o anche due ragazzi insieme) e le successive due settimane tutti insieme con gli animatori, alloggiando in varie strutture in base al luogo che dovevamo visitare. 
La prima settimana, per me presso la famiglia Picaud, è stata magnifica perché ho potuto osservare e comprendere la vera quotidianità e l’ospitalità che possono offrire le famiglie Lions a noi giovani ragazzi che per un’ intera settimana siamo stati accolti come figli. 
Io, con la mia famiglia di accoglienza, abitavo in un piccolo paese di Voiron chiamato Rives, a Nord-Ovest di Grenoble. Dopo una serata di accoglienza comune da parte dei Lions di Annecy per illustrarci brevemente il programma e la rispettiva famiglia ospitante abbiamo potuto iniziare a banchettare e chiacchierare con la famiglia e gli altri ragazzi venuti da ben 19 Paesi e di 3 continenti differenti; una miriade di culture,tradizioni, lingue diverse quella sera pullulavano nell’aria, in quella calda serata ad Annecy le Vieux. 

Nella mia scuola ogni anno le classi quarte partecipano a un concorso, dove ogni studente deve scrivere un testo su un determinato argomento e quest'anno la traccia data era "lo spreco alimentare".
L'aspetto interessante, soprattutto per una ragazza come me che studia le lingue, è la possibilità di vincere, grazie al Lions club, un soggiorno all'estero di circa 20 giorni.
Ahimé non sono una dei vincitori, ma sono stata ripescata dal momento che un'altra ragazza si era ritirata....ed è così che è iniziatala mia avventura di 3 settimane in Francia, più precisamente ad Amiens, città non molto distante da Parigi.

Il soggiorno passato con la famiglia è stato magnifico; abbiamo fatto moltissime attività, le più emozionanti sono state:  la velotrain, un percorso su rotaie alla scoperta del paesino di Boucieu-Le-Roi .