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Quest’anno mi è stata data una grandiosa opportunità, quella di prendere parte ad un programma di scambi giovanili grazie al Lions Clubs International in Turchia. 
Ho accettato con grande entusiasmo questa possibilità offertami dal L.C. Tortona Castello perchè adoro moltissimo viaggiare e imparare nuove cose riguardo le varie culture ed etnie , molte di esse presenti anche in Italia. 
Questo viaggio mi ha permesso di crescere moltissimo: ho imparato nuove cose riguardo la storia della Turchia , ho assaggiato piatti tipicamente tradizionali ( a mio parere la cucina turca è davvero deliziosa), ho avuto la possibilità di entrare in contatto e di vedere in prima persona le loro tradizioni; ma sono diventata più responsabile e matura da un punto di vista più personale grazie al confronto e alla convivenza con altri ragazzi che, come me, venivano da 10 stati diversi.

Dal 21 giugno al 12 luglio 2014 ho partecipato al programma scambi giovanili e campi internazionali del Lions Club ad Istanbul. 
Per la prima parte del viaggio sono stata ospite in famiglia, i Seyman. La mia host sister, Dilan, era figlia unica, ma non eravamo mai sole. Ho passato un periodo veramente bello ed istruttivo in famiglia, nonostante quasi nessuno parlasse inglese e talvolta era difficile comunicare. Vivendo con la famiglia Seyman ho imparato molto sulla loro cultura e il loro stile di vita. Istanbul è una città stupenda, ricca di cultura e storia, ma anche di contrasto tra i nuovi e moderni palazzi, i campi e le parti antiche. Mi ha colpito positivamente notare come la famiglia sia importante ed estremamente unita, molto più che da noi, infatti la mia host family mi ha presentato tutti i loro parenti ed abbiamo trascorso gran parte del tempo con zii, cugini e nonni. Erano tutti profondamente legati e spontanei, creavano un clima sereno ed allegro. Inoltre ho ricevuto un'accoglienza calorosa: la famiglia è stata veramente accogliente ed era fiera di mostrarmi la loro meravigliosa città, ma anche di sapere del mio Paese ed ella mia cultura. Mi hanno trattata come una figlia, facendomi sentire a casa. 

La mia avventura è cominciata il 5 Luglio, la paura più grande l'ho provata all'arrivo in aeroporto a Istanbul,l'incontro con la famiglia mi spaventava parecchio perchè non sapevo chi mi sarei trovata di fronte,non sapevo come comportarmi,se lasciarmi andare ad un caloroso abbraccio come noi italiani siamo soliti fare o limitarmi ad una stretta di mano. Ma ci è voluto poco per farmi sentire a mio agio,li ad aspettarmi c'erano il mio host-father e la mia host-sister che vedendomi mi ha stretto in un grand abbraccio e un bellissimo sorriso. 
La mia avventura in famiglia è cominciata così. 

È una mattinata grigia a Malpensa. 
Un ragazzo trascina il suo trolley nei meandri dell’aeroporto, in attesa di imbarcarsi su un volo Turkish Airlines diretto alla Porta d’Oriente, l’indescrivibile Istanbul. 
Quel ragazzo sono io, e quasi tre ore dopo scendo dal mezzo, e in mezzo ad una marea di gente da tutto il mondo supero il controllo dei documenti e recupero il mio bagaglio. Varco una porta automatica e subito riconosco una responsabile dei Lions, illuminata nel suo gilet giallo. Dopo una breve chiacchierata mi accompagna nel luogo di incontro con la mia famiglia ospitante, dove conosco anche la responsabile del campo, che parla anche un po’ di italiano. Mi fanno sedere e attendo qualche minuto mentre davanti agli occhi mi scorrono ragazze e ragazzi di tutto il mondo, quando finalmente riconosco il volto del sedicenne che mi ha scritto qualche giorno prima. E presto mi ritrovo catapultato in una Istanbul afosa e trafficata, su un’auto guidata dalla mia nuova madre turca. 

Il mio viaggio ha inizio la mattina del 16 luglio dall’aeroporto di Milano Malpensa. Lì, alle dieci mi sono imbarcata sull’aereo che mi avrebbe portato a Istanbul. È stata la prima volta che ho preso l’aereo da sola ed ero molto agitata ma allo stesso tempo felice di scoprire come sarebbe andata la mia vacanza. Fino al momento in cui sono salita sull’aereo non mi ero ancora resa del tutto conto di quello che mi stava succedendo. E’ stata una fortuna incontrare una ragazza che, in un'altra città, avrebbe fatto la mia stessa esperienza così siamo state insieme per tranquillizzarci a vicenda. 
Dopo tre ore di viaggio siamo atterrate a Istanbul verso le 14 e lì mi stava aspettando un animatrice del campo di nome Bengu.

Era la mia prima esperienza e prima di partire ero veramente agitata perché non sapevo che tipo di persone avrei incontrato o dove sarei finita perché l'idea di vivere per tre settimane in un paese di cui conoscevo ben poco mi spaventava molto..
Sono stata accolta da un cartello con su scritto il mio nome tenuto da una ragazza carinissima che mi ha dato il benvenuto in famiglia e da lì è iniziata la mia avventura! Iniziando con una cena tradizionale turca mi sono sentita in famiglia, per una settimana ho vissuto a Samsun facendola così diventare la mia seconda città!
Spesso le persone hanno molti pregiudizi rispetto agli altri paesi ma in quella settimana ho capito di vivere nello stesso modo della mia sorella turca. Non vorrei cambiare nulla della mia settimana in famiglia perché ora sono la mia seconda!

6 luglio 2014 Partii impaurita per ciò che mi attendeva,non pensando che Istanbul sarebbe diventata la mia seconda casa! In aeroporto incontrai Benedetta con la quale avrei affrontato 11 giorni in camp , eravamo emozionantissime all’idea di partire sole ma nello stesso tempo preoccupate! Arrivata lì, la famiglia mi accolse molto affettuosamente, quasi come si accoglie una figlia che ritorna da un lungo viaggio! Il pomeriggio stesso mi portarono a conoscere la nonna, una donna molto simpatica che si ostinava a parlarmi in turco nonostante io non capissi nulla, ma ebbi la fortuna di trovarmi in una famiglia di cui la mia host sister parla meglio l’italiano che l’inglese, quindi la comunicazione non fu assolutamente un problema! Mi portarono a visitare numerose moschee e musei tra cui Santa Sofia, maestosa e piena di cultura! 

È il 6 luglio. È un giorno molto importante. È il giorno del mio compleanno, ma è anche quello della mia partenza per la Turchia, il giorno che segna l’inizio di un’avventura indimenticabile.
In aeroporto ad aspettarmi ci sono Merve e Hasan, i miei hostsister e hostbrother, loro padre Receb e Yagiz, il migliore amico di Hasan nonché, per me, il “best camp coordinator ever”.
La sensazione che si prova quando si aprono le porte , che collegano gli arrivi con la sala in cui parenti, amici e nuovi posti ti aspettano, è indescrivibile. Tra la folla cerchi dei volti familiari, volti che fino ad allora hai visto soltanto in foto, e quando i tuoi occhi incrociano quelli dei membri della tua hostfamily una scarica di adrenalina ti sale su per la schiena e gli occhi ti sorridono. 

Dopo la significativa esperienza in Svezia con il programma Lions di scambi giovanili, ho avuto l’occasione di partire per una nuova avventura grazie al Lions Club Torino Host del Distretto 108 Ia1 e alla disponibilità YEC Gualtiero Roccati. Direzione? Turchia! 
Atterrata all’aeroporto di Ankara, la famiglia e due membri dello Staff Leo che si sarebbero occupati di noi durante il Camp mi stavano attendendo. Dopo le presentazioni, la mia hostmum mi portò subito a casa, un appartamento non lontano dal centro della capitale. 
Stava iniziando la settimana più intensa di sempre. Sono stata subito accolta da gustosissimi çay e mille domande ricche di quella curiosità tipicamente turca. Mi sentii subito a casa e presto parte della famiglia.

Salve, il mio nome è Mirko Trapletti.
Vivo con la mia famiglia in un paesino di 2200 abitanti chiamato Tavernola Bergamasca, situato sulla costa bergamasca del Lago d’Iseo. Ma, anche se per un breve periodo di tempo, sono stato “adottato” dalla città che è stata considerata per molti secoli la seconda Roma: Istanbul.
Appena atterrato all’aeroporto Ataturk, nella parte europea della città, sono stato accolto a braccia aperte dai figli della mia famiglia ospitante, özge e özgu. özge è una studentessa di 23 anni, studia Italiano all’Università di Istanbul e quindi si può facilmente capire come mi trovassi molto a mio agio a parlare con lei a proposito dell’Italia e della nostra cultura.
Özgu è uno studente di 16 anni, quest’anno è il suo terzo anno di liceo ed è un maestro per quanto riguarda la disciplina velistica, un vero fenomeno. I primi due giorni eravamo solo noi tre in casa poiché i genitori, özgur e Nur, erano ancora a Izmir in vacanza.

Un’esperienza che non potrò mai dimenticare.
Il mio viaggio in Turchia è cominciato il 29 giugno dall’ aeroporto di Bologna, quando sono arrivata ho capito subito che sarebbe stata un’ esperienza da sfruttare al massimo. La famiglia era spettacolare e viveva a Canakkale. 

Il 21 giugno 2014 partii per quella che sarebbe stata la migliore esperienza della mia vita fino ad ora.
Arrivai ad Istanbul con circa un ora di ritardo e la mia host family , gli Yazgan , era già preoccupata.
Si dimostrarono tutti e quattro calorosi fin da subito e apprezzai molto la loro accoglienza.
Passammo i primi 3 giorni dagli “zii” nella loro casa al mare a Silivri e lì occupai la maggior parte del tempo a divertirmi sulla barca o giocando a Okey (tipico gioco da tavolo Turco) con la mia host sister Beril e il suo cuginetto Bora.
Ci trasferimmo poi nella nostra vera casa a Kocaeli , città nella parte asiatica della Turchia , vicina a Istanbul.

Il mio viaggio ha inizio il 6 luglio, quando, disperata, prendo il mio primo volo per Istanbul , dove mi aspetterà il secondo per Adana, nel sud della Turchia. Sì, disperata perchè avevo una tremenda paura a trascorrere tre settimane in un posto dove, non solo non conoscevo nessuno, ma non conoscevo nemmeno le abitudini, il cibo, la lingua.
Arrivata nel grande aeroporto di Istanbul , circondata da persone che parlavano una lingua a me sconosciuta, il mio terrore è solo aumentato, ma proprio per quello forse, sono riuscita a raggiungere il mio gate nell'arco di venti minuti e presto ero già atterrata ad Adana, in un piccolo aeroporto dove la mia famiglia mi attendeva. 

E poi arriva quel giorno, quello della partenza.
Mi sono svegliata e vicino a me vedo Eleonora. Dopo soli 11 giorni passati insieme non pensavo si potesse definire una persona “amica” eppure è così: condividere il presente, raccontarsi il passato, ridere e piangere insieme, scoprire affinità e divergenze, ecco, ho trovato un’Amica, per il resto della mia vita.
Esco dalla camera e noto, con stupore, che in corridoio c’è già vita: tra meno di un’ora il primo pullman poterà le persone in aeroporto. Incontro Jo, Josian, il ragazzo Americano che non ha ancora capito che quando parla con me deve rallentare altrimenti non lo capisco.

La mia esperienza in Turchia è stata molto positiva.
Il periodo in cui sono stato in famiglia è stato molto confortevole e i miei host genitori m hanno trattato come se fossi uno di loro.
Mi hanno portato in giro e fatto visitare la citta, mi hanno fatto aprire gli occhi e immedesimare in una nuova cultura e religione; ribadisco che sono stati molto affettuosi, rendendomi il periodo con loro molto piacevole. 

Il viaggio che ho fatto in Turchia è stato veramente bello, un'esperienza unica e indimenticabile che mi ha arricchito culturalmente e umanamente, oltre a essere stata una vacanza divertente.
Non finirò mai di ringraziare il Dirigente della scuola che frequento che mi ha offerto di partecipare allo scambio giovanile e tutti coloro che si sono occupati in modo veramente efficiente dell'organizzazione del viaggio.
In un primo momento ero un po' titubante nell'accettare la proposta perché mi preoccupava dover affrontare il viaggio da solo, in un paese che pensavo molto diverso dal mio, per un periodo relativamente lungo, invece poi sono stato veramente soddisfatto.

Quest'estate dal 5 luglio al 26 luglio, sono stata in Turchia, ad Istanbul, nell'ambito di un progetto dei Lions Club. I primi undici giorni li ho trascorsi con la famiglia e....saranno giorni indimenticabili per me. Mi sono trovata benissimo con la mia host family, che da subito ha iniziato a trattarmi come un vero membro della famiglia, riempendomi di continue attenzioni, affetto e regali. Con loro ho visitato posti bellissimi della città, scoperto le più antiche tradizioni e usanze.
Una volta trascorsi i primi undici giorni, a malincuore, ho dovuto salutare i miei "nuovi genitori" e le mie "nuove sorelle" per andare al camp.
Inizialmente non ero molto entusiasta di salutare la mia famiglia per andare in quel camp ma, con il passare del tempo, ora per ora, conoscevo sempre più i miei compagni e veramente...non sarebbe potuta andare meglio!

Ogni viaggio è un’esperienza a sé, ma se dovessi soffermarmi e pensare al mio viaggio in Turchia più che un’esperienza penserei ad un’emozione. Immagino di essere seduta su quella panchina di legno (ormai scolpita nella mia memoria) sul lungomare di Izmir così difronte posso vedere il panorama più bello che abbia mai potuto ammirare.. il sole accarezza il mare come se volesse augurargli un buon riposo ; ma non un mare qualsiasi ma il mar Egeo. Così guardando questo meraviglioso panorama ho deciso di buttare giù due righe perché ai miei momenti più belli lascio spazio su di un foglio cosicché possano essere sempre rimembrati. 

Ciao a tutti, mi chiamo Francesco Schwabe Brini e scrivo per raccontarvi della mia esperienza in Turchia, resa possibile grazie agli scambi giovanili del Lions Club.
Per me è la seconda volta che organizzo un’ esperienza del genere dopo quella giapponese del passato inverno e mi ritengo sempre più che soddisfatto, ma soprattutto riconoscente verso chiunque si occupi degli scambi.
Il mio viaggio inizia il 6 Luglio, dopo un’ intensa settimana in cui ho ospitato, con la mia famiglia, una ragazza straniera: ciò ha impedito che io realizzassi di dover partire e così, al momento di andare in aeroporto ero colto, mentalmente, alla sprovvista; inoltre venni a sapere dieci giorni prima della mia partenza che la famiglia che mi avrebbe ospitato era stata sostituita con un’ altra di una città distante tre ore di bus da Adana, dove sono atterrato.

Comincio la mia recensione ringraziando tantissimo i Lions per questa opportunità che mi hanno dato facendomi vivere un'esperienza indimenticabile.
Subito dopo vorrei ringraziare la Serbia stessa, per essere stato un Paese tutto da scoprire, tanto particolare quanto diverso dall'Italia.
La prima settimana io l'ho vissuta a Novi Sad, lì sono stata in una famiglia a dir poco stupenda: