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Tutto è cominciato quando ho saputo che sarei andato in Australia.
Ero spaventato ma anche entusiasta: avrei visitato un paese molto lontano e diverso dal mio.

Host family

All’inizio ero un po’ imbarazzato all’idea di vivere con persone estranee ma quando ho visto che erano molto premurosi con me mi sono rilassato.

La mia fantastica avventura in Australia iniziò il primo luglio quando partii da Roma per un lungo viaggio durato 26 ore compreso gli scali.
Sono atterrato a Sydney dove gli organizzatori del campo mi hanno accolto e portato a New Castle la città della mia famiglia ospitante.
La mia Host Family è stata perfetta, e nonostante fosse composta da due settantenni, non mi ha fatto mancare niente e ogni giorno, in 3 settimane con loro, facevamo sempre qualcosa di diverso. 
Mi hanno fatto conoscere tutte le caratteristiche australiane, dal punto di vista culturale, culinario e soprattutto della fauna.
Ho visto animali che non avevo mai visto in vita mia, un semplice esempio sono i canguri e koala. 

Visitare un paese come la Malesia è stata una delle esperienze più belle della mia vita, in quanto ho avuto la possibilità di venire in contatto con diverse culture e ammirare paesaggi naturali unici al mondo.
Il mio viaggio è iniziato il 19 luglio, quando sono atterrata a Kuala Lumpur, capitale della Malesia, dove sono stata accolta dalla mia host family.
Appena fuori dall’aeroporto ho capito che sarei andata incontro ad un’avventura:

Che dire.. Per me questa del Giappone è stata veramente una bella esperienza..
Soprattutto a livello formativo. In un mese li ho visto tanto e mi sono adattato ad un tipo di vita,tradizioni e cultura completamente diversa dalla mia. Il Giappone è un posto fantastico e le persone sono molto ospitali.

All’inizio ero davvero terrorizzato dell’idea di dover lasciare tutto e partire per due settimane verso un posto mai visto, con persone che non conoscevo e affrontare da solo nuove avventure.
Prima d’ora avevo fatto sempre viaggi con compagnie private con al fianco persone che conoscevo da una vita e con cui avevo condiviso tutto, ed essendo io una persona non molto socievole e molto timida, sono stato trasportato dalla paranoia di compiere questo viaggio in solitudine circondato da altri 39 ragazzi che non conoscevano nemmeno la mia lingua e tantomeno i miei costumi.

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Mi chiamo Martina Loporchio ho 19 anni, sono un membro del Leo Club da un anno e durante l'estate 2016 ho partecipato agli Scambi Giovanili del Lions Club.
Il 27 Luglio è iniziata la mia avventura nella bellissima Taiwan, l'isola Formosa, il cuore dell'Asia.
All'aeroporto di Istanbul io e Lorenzo abbiamo incontrato alcune ragazze che parteciperanno al nostro Lions Youth Camp e dopo quasi 11 ore di volo siamo atterrati a Taipei. Ad accoglierci c'erano le nostre famiglie ospitanti e i Lions.

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"Non hai paura?", "È rischioso andare lì", "Non è meglio che rimani in Italia quest'anno?" mi dicevano tutti, ma alla fine, come l'anno scorso, ero decisa a partire e l'ho fatto, ed è stata la scelta migliore che potessi prendere.
Quest'anno ho avuto l'opportunità di visitare un Paese sorprendente e con una storia molto particolare, l'Israele, e se avessi dovuto prestare ascolto a tutti quelli che mi dicevano di non partire, non avrei mai avuto modo di conoscere gente meravigliosa e posti incantevoli.

Non posso usare altri termini per descrivere la mia permanenza in turchia se non con: Avventura!
Proprio di una avventura si è trattata. Un viaggio partito con più di un problema tra voli perduti, valigie non recapitate e, perché no, un COLPO DI STATO.
Giusto per rendere più emozionante il tutto. Fortunatamente ad aspettarmi all’aeroporto non ho trovato i carri armati ma una famiglia ospitale, aperta alla mia cultura come io sono stato aperto alla loro. Lasciandomi non solo un nuovo bagaglio di tradizioni e idee, ma anche un forte legame che sarà difficile dimenticare. Non solo i luoghi visitati, gli sport che di continuo praticavamo hanno reso bello il tempo trascorso in famiglia ospitante, ma anche immergersi totalmente nella loro cultura, nelle loro abitudini e tradizioni.
È arrivato anche il momento di lasciare la mia famiglia ma la mia avventura non era affatto conclusa, nel Dream Camp di Antalya ho provato una serie di sfide, sport, ma anche relazioni che non mi sarei mai aspettato di vivere. O che potevano essere un mio sogno, una parte della lista di cose da fare nella vita. Bagno in mare di notte, rafting, yet sky e tanto altro. Ma dopo tutto. Dopo saluti e addii, sapere che ho una casa in Turchia, Olanda, Svezia… mi fa pensare che per fortuna questa avventura non la posso considerare conclusa.                                                      

Partenza da Firenze il primo di Luglio con destinazione USA (Virginia); con un grande sorriso in faccia poiché sapevo che si sarebbe avverato uno dei miei più grandi sogni.
Scesa dall’ultimo aereo, emozionata ed entusiasta sebbene esausta dal lungo viaggio, ho conosciuto finalmente di persona la mia host-famiy, che era composta da una signora di nome Patti, da suo figlio Richard con la moglie Anne, e da Andrea un altro ragazzo italiano partecipante agli scambi Lions.
Patti si è subito rivelata gentile, amichevole ed affettuosa, direi anche comprensiva dal momento che i primi giorni mi ha lasciato il tempo per rilassarmi e riposare dal lungo viaggio.
Anche i coniugi sono stati molto apprensivi e accoglienti, e non come i soliti americani da noi un pò idealizzati come grassi e incuranti della loro alimentazione, ma vogliosi di cercare di mangiare in maniera sana, con alimenti freschi e fatti in casa, desiderosi di conoscere nuove ricette.

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Premetto che per me è stato il secondo scambio Lions avente per meta Cisano Bardolino, una delle località turistiche meglio organizzate dell’intero Lago di Garda: la prima volta, nel 2013, si trattava della tappa conclusiva di uno scambio di tre settimane prevalentemente in Germania, mentre quest’anno si è trattato di una più breve- ma non meno significativa- esperienza svoltasi interamente sulle rive del più grande lago d’Italia. A prendere parte a tutto questo, oltre che un nutrito gruppo di italiani (ben nove) anche ragazzi provenienti da Austria, Germania e Slovenia. 

Lo scambio si è articolato seguendo la formula del camp, per cui non era previsto il soggiorno in famiglia e questo ha consentito di farci socializzare in tempi estremamente rapidi anche grazie alle numerose e coinvolgenti opportunità offerteci.

Se dovessi raccontare la mia esperienza e tutto ciò che ho vissuto minuziosamente, potrei sicuramente improvvisarmi scrittore. Ad essere sincero, tuttavia, prima di partire ero scettico, essendo questo viaggio la mia prima esperienza estera. Pensavo infatti a chi visitava la Spagna, la Germania o gli Stati Uniti come prima volta mentre io, invece, avevo la possibilità di conoscere ed apprezzare un paese semisconosciuto come la Lituania.
Storia, cultura, cucina, territorio e non solo: chi come me ha avuto l'opportunità di vivere in questo piccolo paese deve superare i pregiudizi e cogliere ciò che di fantastico può offrire. Ed è questo l'aspetto che dà valore ad un semplice viaggio in “ Lietuva”. 

La mia esperienza in Croazia è stata indimenticabile. La prima settimana sono stata in famiglia a Slavonski Brod, al confine con la Bosnia. Qui ho conosciuto Marjion e Dubravka  , due membri lions. Dialogando,  ho capito che il pragmatismo e l'altruismo sono una prerogativa non solo dei club italiani, ma anche di quelli croati; ho dunque riscontrato che i nostri valori sono gli stessi di quelle persone. 
Successivamente, ho trascorso il resto del soggiorno in ostello a Pola, insieme a ragazzi provenienti da tutto il mondo.  In questi giorni ho avuto modo di condividere e scambiare opinioni, alimentare lo spirito di fratellanza e comprendere i popoli che fino a quel momento mi sembravano estranei. La cosa che più mi è piaciuta è stata ridipingere una scuola di bambini diversamente abili. Noi tutti, ragazzi provenienti da realtà diverse, abbiamo aiutato un istituto in difficoltá : questo servizio  mi ha fatta sentire utile  e soddisfatta di aver aiutato dei bambini.
Adesso, dopo quest'esperienza, mi sento   un po' più cittadina del mondo.

Eccomi qui!
Devo ancora totalmente riprendermi da questa pazza esperienza.
Vorrei raccontarvi com’è andata ma la mia testa è un brain storming di “cose” non meglio definibili…. Ho amato ogni singolo momento, ogni singola emozione, ogni singola parola.
Il gruppo è meraviglioso, abbiamo legato fin da subito e quello che mi resta di loro adesso è un bellissimo ricordo e una bellissima amicizia (abbiamo già organizzato di sentirci stasera su Skype!).

Mi chiamo Zineb, ho 18 anni e quelle dal 15 luglio al 7 agosto 2016, in Finlandia, sono state le tre settimane più significative della mia vita fin'ora. 
Al mio atterraggio a Helsinki l'atmosfera non era delle più accoglienti: pioveva e il cielo grigiastro non faceva altro che alimentare il mio spaesamento¸fortunatamente l'incontro con la mia famiglia ospitante mi ha fin da subito scaldato il cuore, dal momento che sono stati amorevoli con me fin dall'inizio. Ho avuto così per dieci giorni, oltre ad un altro paio di genitori, una sorella e due fratelli miei coetanei grazie ai quali non ho mai avuto motivo di sentirmi estranea, ma subito in sintonia con le abitudini della famiglia. 

Ora dopo una settimana o poco più dal mio ritorno alla “normalità” mi ritrovo qui a cercare di rivivere tutti i bellissimi momenti passati in quelle due settimane in Polonia per raccontarveli.
La mia esperienza si è consumata a Stettino, una delle città più grandi della Polonia, ospitata da una famiglia del posto: la famiglia Stanuch composta da Halina e suo marito Bogdan con le due figlie che purtroppo erano partite come me per due mete europee nello stesso periodo.
In famiglia però non ero sola: oltre ai coniugi Stanuch erano con me Idunn, una ragazza norvegese che partecipava come me al campus nella settimana successiva, ed Ala, un’amica delle due figlie della famiglia. Quest’ultima ci ha fatto passare dei giorni pieni di entusiasmo e divertimento, alla scoperta della città, dei suoi luoghi più caratteristici e delle città vicine, in particolare Berlino.

La mia avventura verso la Finlandia inizia alle 6 di mattina a Milano con un volo verso Amsterdam che poi prosegue verso Helsinki, dove mi aspettano 10 lunghe ore di scalo in attesa del volo per Kokkola.
L’attesa in aeroporto ad Helsinki l’ho trascorsa con le ragazze italiane con cui passerò l’ultima settimana del mio soggiorno in Finlandia.
Finalmente all’una di notte atterro a Kokkola dove mi aspettano la mia host-mum Gun e host-sister Saija.
Sin dal primo momento si sono mostrate molto gentili e disponibili.
Ho trascorso il volo da Helsinki a Kokkola con lo sguardo rivolto verso il finestrino ad ammirare il cielo che passava dal tramonto all’alba, era davvero strano vedere così tanta luce a mezzanotte!

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Inutilmente cerco da diversi minuti le parole con cui cominciare a descrivere la magica esperienza che è stata per me la Finlandia, ma mi rendo conto che l'unico aggettivo adatto è “indescrivibile”.
Tutto è cominciato il 17 luglio, giorno della mia partenza per Helsinki e inizio di quella che sarebbe stata un'incredibile avventura.
Insieme a Marta e Vittoria, le ragazze italiane che avrei poi incontrato nuovamente al camp, ho lasciato l'Italia e sono atterrata nella stupenda Finlandia, la cui principale “attrazione” è senz'altro la natura: distese di campi verdi, foreste e laghi. Uno spettacolo insomma per un'amante della natura come me.

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La mia esperienza in Cina è stata di 3 settimane. Due le ho trascorse vivendo con una famiglia cinese e durante la terza ho partecipato al campo organizzato dai Lions che ha avuto luogo in un orfanatrofio.
La famiglia che mi ha ospitato era di Langfang, una grande città a circa 2 ore di auto da Pechino.La famiglia è stata molto gentile e disponibile nei miei confronti, mi sono sentita accolta e trattata come una “reginetta”. Seppur non riuscendo a comunicare molto perché la loro conoscenza dell'inglese è molto povera hanno cercato in tutti i modi di soddisfare le mie richieste e curiosità.

Sicuramente non posso che ritenermi fortunato ad aver avuto la possibilità da parte del Club Lions di compiere un viaggio in una terra per me così misteriosa come la Bulgaria. 
Fortuna di cui mi capacito solo ora che questa esperienza unica è terminata, dal momento che ha cambiato per sempre il mio modo di vedere il mondo che mi circonda all’infuori della tanto amata Italia.
Ho cominciato ad avvertire un po’ di agitazione la sera prima della partenza, quando continuavo a dirmi che dieci giorni completamente da solo in Bulgaria, Stato che non mi aveva mai colpito granché prima, non sarebbero trascorsi così in fretta.

 

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Quando la professoressa referente per il club Lionsdella mia città mi ha riferito che ero risultato vincitore del concorso e che la meta sarebbe stata la Serbia, non ho esitato due minuti prima di accettare il soggiorno.
La  prima  settimana  l’ho  spesa  con  una famiglia di Zrenjianin, un città di 100.000 abitanti a nord di Belgrado. Queste persone sono  riuscite  in  sette  giorni  a  distruggere ogni  minimo  pregiudizio  o  aspettativa negativa  nei  confronti  di  un  paese  che, all’apparenza vicino, può svelarsi molto lontano.
La loro cultura è un misto riuscito di cristianesimo, influenza turca, russa ed  europea.

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