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Quest’anno, come seconda esperienza dopo il Canada dell’anno scorso, ho avuto la possibilità di visitare uno stato, o per meglio dire, un’isola magnifica nell’oceano Pacifico situata davanti alla costa della Repubblica Popolare Cinese, Taiwan.

Il mio viaggio è iniziato il 29 luglio, quando, dopo sei lunghe ore di volo ho raggiunto l’aeroporto di Dubai dove ho potuto incontrare due delle tre ragazze italiane che avrebbero preso parte con me a questa esperienza, Lucrezia e Gaetana.

Dopo poco più di tre ore di scalo abbiamo potuto finalmente prendere il volo che ci avrebbe portato finalmente a Taipei, capitale di Taiwan.

Dal 4 all’11 luglio 2015 abbiamo avuto il piacere di ospitare una ragazza da Taiwan, Po-Yang Hsieh, che si faceva chiamare Abby,
Abby era già stata ospite di un’altra famiglia italiana la settimana precedente, perciò aveva già preso un po’ di confidenza con il modo di vivere e la cucina italiana che ha dimostrato di apprezzare molto!
Purtroppo, proprio dal giorno prima del suo arrivo da noi, aveva iniziato ad accusare forti dolori alla schiena che le impedivano quasi di muoversi. Grazie all’assunzione di antidolorifici e antiinfiammatori nei giorni seguenti il dolore si è un po’ attenuato, questo però ha limitato un po’ le attività nei primi giorni o comunque ci ha portati a modificarle in qualche caso.
Abby si è sempre comportata in maniera molto corretta ed educata ed ha dimostrato di apprezzare quanto le veniva proposto. Veniva comunque chiesto il suo parere e spesso le abbiamo dato la possibilità di scegliere in base a come si sentiva, visti anche i dolori alla schiena.

Mi chiamo Marta, frequento il Liceo Linguistico e quest’estate ho avuto l’enorme fortuna di poter vivere, per un mese intero nella terra dei canguri!
Controllavo tutti i giorni la casella di posta aspettando un’ email che sembrava non arrivare più…una mattina durante la pausa a scuola ho scorso velocemente la posta e subito mi è saltata all’occhio una mail dal sig. Nicoloso con oggetto “AUSTRALIA”; mi è mancato il fiato dall’emozione, non potevo crederci! Ho subito chiamato la mamma per dirle che sarei volata fino all’altra parte del mondo! 

Quest’anno ho fatto parte dello staff del campo Alpe Adria. Noi membri dello staff e 20 ragazzi provenienti da tutto il mondo abbiamo iniziato il campo Alpe Adria dalle montagne del Cadore definite Patrimonio dell’umanità dall’ Unesco.

Sono già passate due settimane da quando ho lasciato l’Indonesia, e il mio cuore lì ci ritorna sempre, pensando al nuovo mondo che ha conosciuto, con le sue bellezze ma anche con le sue miserie.
Ed è quando fai viaggi del genere, così lontani non geograficamente, ma culturalmente, che non sai da dove iniziare a parlare.
“Beh come è stato? Ti sei divertita?” sono le domande ricorrenti che mi portano direttamente in Indonesia o dagli altri ragazzi con cui ho condiviso quest’esperienza, perché possono capirmi davvero.

Ho sempre desiderato andare in Giappone e quest’anno ho potuto realizzare questo sogno.
E’ stata un’opportunità davvero unica e sono molto felice di averla fatta.
Non è andato sempre tutto liscio, ma niente che non si sia risolto e poi sono quelle cose che mettono un po’ di pepe alla vacanza e su cui, appena torni a casa, ci ridi su.
La mia esperienza si può dividere in due periodi: uno più lungo in una famiglia ospitante e uno più breve nel Camp.
Entrambe mi sono piaciute molto.

5 settimane in Texas, 5 settimane che mi hanno resa una ragazza diversa, più socievole, più autonoma e dalla mente più aperta.
Sono partita da Catania il 26 giugno, cosciente di aver davanti un lungo viaggio da affrontare sola tra aerei e città nuove.
L’attesa di raggiungere i tanto sognati Stati Uniti sembrava infinita; volo dopo volo mi dicevo: “coraggio Vivina, ancora qualche ora e abbraccerai finalmente Bruce e Carrie, i tuoi genitori ospitanti”.
Ed il momento è arrivato.
Non sentivo più la stanchezza del viaggio ma solo eccitazione di essere arrivata a destinazione.

Si é conclusa la mia esperienza di Scambi giovanili in Austria e pian piano ho ripreso la mia monotona routine, che sembra adesso ancora più monotona dopo aver assaporato in tre settimane il gusto di un posto nuovo, un posto paradisiaco che é servito da cornice ai protagonisti del quadro: persone di diverse lingue, culture, passioni, con un filo in comune, la stessa voglia di aprirsi e donarsi all'altro, allargare i propri orizzonti e conoscenze.
Ho avuto modo di vivere una settimana come membro di una nuova famiglia , un'esperienza indimenticabile e molto positiva: la mia famiglia ospitante é stata molto disponibile e  si é sempre preoccupata di farmi vivere al meglio ogni attimo e cogliere ogni possibilità.

Penso di aver vissuto una delle esperienze più belle della mia vita.
Questo bellissimo viaggio mi ha permesso di conoscere una realtà completamente diversa da quella che vivo ogni giorno, mi ha fatto crescere molto, ma soprattutto mi ha permesso di creare nuovi legami. Uno dei legami più belli che ho creato è stato con la mia compagna di viaggio, Giovanna. Ci siamo incontrate per la prima volta all’aeroporto di Dubai e fin da subito era tanta la voglia di conoscerci sempre di più. 
Arrivate in Nuova Zelanda siamo state accolte da una bellissima famiglia. Tutti i giorni erano organizzati al meglio, ci hanno portato in giro e ci hanno mostrato posti incantevoli.

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Il mio viaggio in Indonesia è iniziato il 23 luglio e si è concluso il 14 agosto di quest’anno.
Inizialmente ero un po’ timoroso essendo il mio primo viaggio intercontinentale, Poichè per arrivare avrei impiegato un giorno intero o poco meno. Fortunatamente durante i vari scali ho incontrato i ragazzi italiani che hanno vissuto con me questa magnifica esperienza.
La prima tappa è stata Giacarta, capitale indonesiana situata a ovest della Java centrale. Io, Lorenzo e Christopher, i tre ragazzi del gruppo di dieci, siamo sempre stati ospitati insieme eccetto in una città.
La famiglia di Jakarta è stata molto ospitale e divertente, hanno un figlio, Pandu, con cui abbiamo instaurato un buon legame. La città non mi è piaciuta, in quanto troppo caotica ed affollata.

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La mia esperienza in Brasile? Beh, direi di cominciare dall'inizio.
Dopo 17 ore di volo passate in compagnia di altri due ragazzi italiani siamo arrivati a Porto Alegre, sud del Brasile. Si cercava il carnevale, il sole, il mare, il caldo; e invece no, ho subito dovuto sfatare questo mito. Anche in Brasile, purtroppo, d'inverno fa freddo, fa buio presto, e il mare è troppo gelido per poterci fare un bagno.
Appena atterrati in aeroporto troviamo ad accoglierci tutte le nostre host families e le chairpersons, e le strade di noi italiani si separano per città diverse. 
Dicevano che la mia città fosse vicino Porto Alegre, anche se era a 4 ore di macchina di distanza, passate in piacevolissima compagnia della mia chairperson e della mia host sister, che però, unico piccolo problema, non parlava inglese. Pochi lo parlano nel sud del Brasile, quasi nessuno.

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E anche quest’anno il mese di luglio è volato!

Ho iniziato la mia permanenza ad Hong Kong con Martina (l’altra ragazza italiana) e Dinara (la ragazza francese), con le quali ho condiviso la famiglia ospitante, composta da Sydney, Martin e le due gemelle undicenni Amanda e Catlin. La famiglia si è rivelata fin da subito molto carina e disponibile con noi, trattandoci come delle figlie. Insieme a loro abbiamo svolto le loro attività quotidiane, che andavano dal giocare a nascondino con le due bambine, al partecipare alle cene di gala in lussuosissimi ristoranti a sei stelle.

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La mia bellissima esperienza Norvegia è iniziata l’ 11 luglio con l arrivo all’ aereoporto della capitale .Arrivata nella casa della mia hostfamily ho subito conosciuto la mia host mum , la mia piccola nuova sorellina Pia, il mio hostfratello ,mio coetaneo ,Don e il miomhost papa . La famiglia è stata dal primo momento molto ospitale e hanno reso la casa accogliente per me e Rose ,una ragazza finlandese ospitata dalla stessa famiglia .
Con la famiglia ho imparato a conoscere le abitudini tipiche delle famiglie norvegesi, ho assaggiato piatti tipici e imparato tantissimo sulla cultura del luogo. Abbiamo trascorso insieme la prima settimana :siamo stati a Oslo a visitare la galleria nazionale,in cui l’artista protagonista è Munch ,siamo stati in varie fattorie e siamo andati alla ricerca dei norvegesi moose ,grossi animali tipici della Norvegia.

Il 23 luglio sono partita per l'Indonesia, la prima famiglia che mi avrebbe ospitato si trovava a Giacarta (la capitale), dopo un lungo viaggio sono arrivata nell'isola di Java pronta a vivere questa nuova avventura.
I primi quattro giorni li ho passati a scoprire Giacarta, solitamente durante il giorno la famiglia portava me e la mia compagna di stanza (una ragazza tedesca, con la quale mi sono trovata benissimo) a visitare questa bellissima città e la sera organizzavano qualche serata per tutti i dieci ragazzi che partecipavano a questo scambio.
Il 28 luglio abbiamo preso l'aereo e una corriera per Wonosobo, un paesino immerso nella natura molto legato alle tradizioni. 
Appena arrivati abbiamo cenato tutti insieme provando il cibo tipico di questa città ed abbiamo dormito un paio d'ore tutti nella stessa casa, perché alle 3 del mattino saremmo partiti per andare a vedere l'alba su un monte, un'esperienza indimenticabile.

Ci sono delle esperienze nella vita che mutano il tuo modo di pensare, il tuo essere in qualcosa di più grande, più significativo: il mio viaggio in Danimarca è stato uno di queste.
Tre settimana, una in una famiglia e due in un campo, in un paese che non conoscevo, con persone che non sapevo chi fossero, senza i miei amici, senza la mia famiglia, senza tutto ciò che mi apparteneva: ero apparentemente sola. Eppure in tutti questi ventuno giorni non mi è mai passata per la testa l’idea di essere sola, di non avere nessuno che si prendeva cura di me: mi sentivo a casa nonostante non sapessi niente della gente e del paese.
Perché?
Cosa o chi è riuscito a far cambiare il mio stato d’animo, in così poco tempo?

Dopo mesi e mesi di attesa, finalmente il giorno della partenza è arrivato e difficilmente scorderò l'emozione e la gioia che ho provato salendo sull'aereo destinato ad uno dei posti più affascinanti della Terra:  l'Australia.
Atterrata a Perth, sono stata subito accolta calorosamente dalla mia prima host-family,residente a Northam, un piccolo paesino ad un'ora di distanza dalla grande città. Le preoccupazioni per la diversa lingua, le diverse abitudini e tradizioni sono subito svanite, sono stata trattata come una figlia e mi hanno fatto sentire a mio agio, come se fossi a casa mia, tanto da permettermi di cucinare vista la mia nostalgia per le ricette italiane ! Qui, nonostante fosse un freddo inverno, ho vissuto esperienze meravigliose come fare kajaking nell'oceano, escursioni in mezzo alla natura, camminare nel PInnacles Desert, fare un giro mongolfiera e ho avuto la possibilità di conoscere persone meravigliose che hanno reso ancora più speciale la mia permanenza in WA. 

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Tornato in patria soddisfatto,realizzato e felicissimo per l’indimenticabile esperienza in Finlandia durata solo tre settimane e per il viaggio che ha impiegato ben tre scali all’andata ( Bari-Helsinki) e due al ritorno. La prima emozione avvertita in questa esperienza è stata senza dubbio l’ansia che ha preso il sopravvento durante il viaggio in aereo: questo perchè è stato la mia prima esperienza all’estero sia da solo che accompagnato. Il viaggio è andato davvero bene, lo sbarco un po’ meno in quanto ho girovagato invano per un’ora nell’aeroporto di Helsinki col fine di trovare il nastro delle valige che non avevo la minima idea di dove si trovasse. Nonostante tutto , una volta presa la valigia, sono stato accolto con un piccolo cartellone dalla mia prima host family.

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Sarò un po' banale ma la mia esperienza in Iowa è stata decisamente una delle più belle della mia vita.
Sono partita il 9 luglio con il mio compagno di viaggio Luca e dopo 21 ore tra aeri e aeroporti siamo giunti finalmente a destinazione.
La mia famiglia, formata dalla mia host-mum Jill, il mio host-dad Tim e i miei fratelli Colin e Carson, si sono rivelati fin da subito una bellissima famiglia con cui avrei trascorso dei momenti fantastici.

- "See you soon friends, I'm waiting for the day when we can meet again", sono queste le parole con cui, con gli occhi arrossati dalle lacrime che rigavano i nostri visi, noi ragazzi del campo "kirby lions club Arizona" ci siamo dati l'ultimo lungo e commovente abbraccio, con la promessa e la speranza di poter, un giorno o l'altro, vivere nuovamente i magici momenti che ci hanno accompagnato in questo mese in Arizona, 31 giorni che hanno segnato parte della mia vita e che continueranno a risplendere per sempre tra i miei ricordi.
La mattina della partenza per il ritorno in Italia, guardando con nostalgia dal finestrino del bus che mi ha accompagnato in aeroporto le immagini dei miei compagni allontanarsi e farsi pian piano sempre meno nitide, ricordando la mia paura e la mia titubanza nell'intraprendere tale viaggio, mi sono resa conto di quanto poteva essere pericoloso rimanere ferma e non vivere questa avventura, perdendo quella che oggi, nello scrivere tale recensione, considero una delle opportunità più emozionanti e memorabili che una persona possa mai ricevere nella vita.

Tra incertezze e insicurezze sono partita per il mio soggiorno in Serbia ai primi di luglio.
Quando sono arrivata a prendermi c’erano il mio host father e una delle mie host sister: Iva. Appena siamo andati a casa ho conosciuto la mia host mother e le altre due sorelle, Nina e Ema, con la quale ho condiviso la camera durante la settimana da loro.
Sono una famiglia fantastica, piena di iniziativa e di voglia di fare, di volontà e di salute. Durante la mia permanenza a casa loro c’era l’Exit festival nella città (Novi Sad) e noi ci siamo andati ben 3 notti su 4, accompagnate dagli amici di Ema, tutti disponibili.

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