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In questa estate, precisamente dal 09 Luglio 2016, ho partecipato al campo Lions ,per il loro programma di scambi, in Limburg un paesino pittoresco a circa un centinaio di chilometri dal Francoforte sul Reno. Prima di partire molti miei amici mi hanno chiesto: perché hai scelto la Germania ?, Loro mi hanno chiesto questo perché essendo Limburg un paesino nell’entroterra e non c’è il mare per loro non è estate, molto semplicemente gli ho risposto che anche dove non c’è il mare c’è da visitare…

 

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Eccomi in Europa! Sono all'aeroporto di Parigi, in attesa del volo per Napoli, dopo un volo di ben 11 ore e mezzo proveniente da Rio, con alle spalle un altro scalo (perché sono partita da Curitiba) e 23 giorni passati in un paese magnifico "Il Brasile". 
Quando Maria Martino (la responsabile del mio distretto dei Lions, nonché la persona che mi ha permesso tutto ciò) mi disse che c'era un posto per il Brasile, penso possiate immaginare la mia felicità, è un posto in cui tutti vorrebbero andare, immaginiamo spiagge, sole, mare, Caipirinha e Samba. 
Io posso dire di aver vissuto un Brasile del tutto fuori dall'immagine comune, sono stata nel Paranà, stato a Sud del Brasile, la cui capitale è Curitiba, dove il caldo non è molto frequente, a differenza di nuvole e vento. 

Each one from each far away part of the world.
Each one so different from the others. 21 young people from 18 different countries living together in one unique place. All of them changing experiences, sharing stories, learning new cultures. We are going to take all these wonderful days and special moments forever in our minds (and hearts). I really hope you can have the best memories as I will have. Lions programme purpose is to join people like us, young people who are the future of the world. Thanks a lot for your friendship. Thank you Lions Youth Exchange, Thank you Campo Emília, was a wonderful camp. The best days in Italy"

2016 - Campo Emilia

BRASILE - Samantha Valar Castro  - 21 young people from 18 different countries living together

Quando mi è stato proposta la Slovenia come meta per il mio scambio giovanile con l’associazione Lions, ho accettato senza pensarci su due volte.
Seppure fosse un Paese confinante con l’Italia, sapevo ben poco sulla sua cultura e sulle sue tradizioni. E immaginavo, già prima di partire, che tutti gli stereotipi dei miei connazionali (“Stai attento, è una terra pericolosa) fossero, appunto, stereotipi.
Il tempo mi ha dato ragione.

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Sono appena tornata dalle mie tre settimane di scambio in Olanda, un paese inaspettato che mi ha rapita e lasciata senza parole e al quale ora sono davvero affezionata. Ho vissuto una delle esperienze più belle della mia vita e per questo voglio ringraziare i Lions Youth Exchange Program e tutte le persone che si impegnano per dare a noi ragazzi l’opportunità di partire, di crescere.


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Il 9 luglio partivo per la Danimarca, e ancora non ci posso credere che il mio viaggio sia già giunto a termine.
Alla mia partenza portavo con me tanta ansia, punti interrogativi e una valigia molto pesante per combattere le temperature danesi.
Quando sono atterrata a Copenhagen, Jakob, il papà, mi ha accolto e sin da subito mi ha coinvolto nella famiglia facendomi sentire come la quarta figlia.

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Viaggiare all’estero è sempre un piacere, ma coi Lions lo è ancora di più, poiché dotati di un’organizzazione impeccabile sia per quanto riguarda le attività che per i luoghi da
visitare e i locali in cui mangiare.
Il mio viaggio in Ungheria è stato davvero sorprendente perché mi ha fatto scoprire un nuovo mondo e allo stesso tempo ha disorientato ogni mia aspettativa sul paese.

Sono appena tornata dal Messico, per la precisione nello stato dello Yucatan dove ho trascorso le settimane più belle della mia vita e tutto questo non sarebbe stato possibile senza di voi, quindi vorrei fare un ringraziamento speciale ai Lions Youths Exchange Program e in particolare a Maria Martino e Attilio Beltrametti,grazie di tutto.
Sono partita il primo luglio, un viaggio lunghissimo, 15 ore tra i vari aerei ,diverse ore in aereoporto per gli scali e le 7 ore di fuso orario…insomma un’avventura vera e propria!

Quest’estate ho partecipato al progetto scambi giovanili del Lions club e sono stata tre settimane in Macedonia.
Inizialmente, venuta a conoscenza della destinazione, non sapevo cosa aspettarmi: era un Paese insolito e a me del tutto sconosciuto nonostante non sia poi così distante dall’Italia. Ma ora me ne sono letteralmente innamorata, perché ricco di storia e fiero della sua indipendenza, come lo dimostrano i numerosi musei sull’indipendenza macedone e le bandiere sparse ovunque in ogni città.

Innanzitutto ci tengo a ringraziare nuovamente l'associazione Lions e coloro i quali mi hanno permesso di vivere questa bellissima esperienza.
Non ci sono parole per descrivere un viaggio così.
Avevo già, in passato, fatto diverse esperienze con mie amiche come ad esempio soggiorni-studio in Inghilterra, America e Spagna, ma mai avevo avuto, come questa volta, la fortuna di incontrare persone meravigliose con cui poter condividere qualsiasi cosa: a partire da una notte in bianco passata tutti insieme in barca, il bagno alle undici di sera (quando ancora il sole era alto nel cielo) fino ad arrivare addirittura a fare insieme percorsi con i quad e passeggiate a cavallo.

Guten morgen!
Qui si esauriva il mio tedesco e non molto altro sapevo della Germania, che reputavo un paese freddo e distante. Mai avrei immaginato la calda e affettuosa ospitalità che la mia host family,Mathis e Anke Hoffmann, hanno riservato a me e alla mia compagna Selin.
Accolte come due figlie, abbiamo trascorso sette incredibili giorni a Jena, in Turingia, circondate dai loro quattro bambini, chiendoci ogni giorno che tipo di gioco avremmo dovuto imparare, cosa avremmo scoperto "going for an hike" in quella magnifica cittadina immersa nel verde. 

Quest’anno mi è stata data una grandiosa opportunità, quella di prendere parte ad un programma di scambi giovanili grazie al Lions Clubs International in Turchia. 
Ho accettato con grande entusiasmo questa possibilità offertami dal L.C. Tortona Castello perchè adoro moltissimo viaggiare e imparare nuove cose riguardo le varie culture ed etnie , molte di esse presenti anche in Italia. 
Questo viaggio mi ha permesso di crescere moltissimo: ho imparato nuove cose riguardo la storia della Turchia , ho assaggiato piatti tipicamente tradizionali ( a mio parere la cucina turca è davvero deliziosa), ho avuto la possibilità di entrare in contatto e di vedere in prima persona le loro tradizioni; ma sono diventata più responsabile e matura da un punto di vista più personale grazie al confronto e alla convivenza con altri ragazzi che, come me, venivano da 10 stati diversi.

Dal 21 giugno al 12 luglio 2014 ho partecipato al programma scambi giovanili e campi internazionali del Lions Club ad Istanbul. 
Per la prima parte del viaggio sono stata ospite in famiglia, i Seyman. La mia host sister, Dilan, era figlia unica, ma non eravamo mai sole. Ho passato un periodo veramente bello ed istruttivo in famiglia, nonostante quasi nessuno parlasse inglese e talvolta era difficile comunicare. Vivendo con la famiglia Seyman ho imparato molto sulla loro cultura e il loro stile di vita. Istanbul è una città stupenda, ricca di cultura e storia, ma anche di contrasto tra i nuovi e moderni palazzi, i campi e le parti antiche. Mi ha colpito positivamente notare come la famiglia sia importante ed estremamente unita, molto più che da noi, infatti la mia host family mi ha presentato tutti i loro parenti ed abbiamo trascorso gran parte del tempo con zii, cugini e nonni. Erano tutti profondamente legati e spontanei, creavano un clima sereno ed allegro. Inoltre ho ricevuto un'accoglienza calorosa: la famiglia è stata veramente accogliente ed era fiera di mostrarmi la loro meravigliosa città, ma anche di sapere del mio Paese ed ella mia cultura. Mi hanno trattata come una figlia, facendomi sentire a casa. 

La mia avventura è cominciata il 5 Luglio, la paura più grande l'ho provata all'arrivo in aeroporto a Istanbul,l'incontro con la famiglia mi spaventava parecchio perchè non sapevo chi mi sarei trovata di fronte,non sapevo come comportarmi,se lasciarmi andare ad un caloroso abbraccio come noi italiani siamo soliti fare o limitarmi ad una stretta di mano. Ma ci è voluto poco per farmi sentire a mio agio,li ad aspettarmi c'erano il mio host-father e la mia host-sister che vedendomi mi ha stretto in un grand abbraccio e un bellissimo sorriso. 
La mia avventura in famiglia è cominciata così. 

È una mattinata grigia a Malpensa. 
Un ragazzo trascina il suo trolley nei meandri dell’aeroporto, in attesa di imbarcarsi su un volo Turkish Airlines diretto alla Porta d’Oriente, l’indescrivibile Istanbul. 
Quel ragazzo sono io, e quasi tre ore dopo scendo dal mezzo, e in mezzo ad una marea di gente da tutto il mondo supero il controllo dei documenti e recupero il mio bagaglio. Varco una porta automatica e subito riconosco una responsabile dei Lions, illuminata nel suo gilet giallo. Dopo una breve chiacchierata mi accompagna nel luogo di incontro con la mia famiglia ospitante, dove conosco anche la responsabile del campo, che parla anche un po’ di italiano. Mi fanno sedere e attendo qualche minuto mentre davanti agli occhi mi scorrono ragazze e ragazzi di tutto il mondo, quando finalmente riconosco il volto del sedicenne che mi ha scritto qualche giorno prima. E presto mi ritrovo catapultato in una Istanbul afosa e trafficata, su un’auto guidata dalla mia nuova madre turca. 

Il mio viaggio ha inizio la mattina del 16 luglio dall’aeroporto di Milano Malpensa. Lì, alle dieci mi sono imbarcata sull’aereo che mi avrebbe portato a Istanbul. È stata la prima volta che ho preso l’aereo da sola ed ero molto agitata ma allo stesso tempo felice di scoprire come sarebbe andata la mia vacanza. Fino al momento in cui sono salita sull’aereo non mi ero ancora resa del tutto conto di quello che mi stava succedendo. E’ stata una fortuna incontrare una ragazza che, in un'altra città, avrebbe fatto la mia stessa esperienza così siamo state insieme per tranquillizzarci a vicenda. 
Dopo tre ore di viaggio siamo atterrate a Istanbul verso le 14 e lì mi stava aspettando un animatrice del campo di nome Bengu.

Era la mia prima esperienza e prima di partire ero veramente agitata perché non sapevo che tipo di persone avrei incontrato o dove sarei finita perché l'idea di vivere per tre settimane in un paese di cui conoscevo ben poco mi spaventava molto..
Sono stata accolta da un cartello con su scritto il mio nome tenuto da una ragazza carinissima che mi ha dato il benvenuto in famiglia e da lì è iniziata la mia avventura! Iniziando con una cena tradizionale turca mi sono sentita in famiglia, per una settimana ho vissuto a Samsun facendola così diventare la mia seconda città!
Spesso le persone hanno molti pregiudizi rispetto agli altri paesi ma in quella settimana ho capito di vivere nello stesso modo della mia sorella turca. Non vorrei cambiare nulla della mia settimana in famiglia perché ora sono la mia seconda!

6 luglio 2014 Partii impaurita per ciò che mi attendeva,non pensando che Istanbul sarebbe diventata la mia seconda casa! In aeroporto incontrai Benedetta con la quale avrei affrontato 11 giorni in camp , eravamo emozionantissime all’idea di partire sole ma nello stesso tempo preoccupate! Arrivata lì, la famiglia mi accolse molto affettuosamente, quasi come si accoglie una figlia che ritorna da un lungo viaggio! Il pomeriggio stesso mi portarono a conoscere la nonna, una donna molto simpatica che si ostinava a parlarmi in turco nonostante io non capissi nulla, ma ebbi la fortuna di trovarmi in una famiglia di cui la mia host sister parla meglio l’italiano che l’inglese, quindi la comunicazione non fu assolutamente un problema! Mi portarono a visitare numerose moschee e musei tra cui Santa Sofia, maestosa e piena di cultura! 

È il 6 luglio. È un giorno molto importante. È il giorno del mio compleanno, ma è anche quello della mia partenza per la Turchia, il giorno che segna l’inizio di un’avventura indimenticabile.
In aeroporto ad aspettarmi ci sono Merve e Hasan, i miei hostsister e hostbrother, loro padre Receb e Yagiz, il migliore amico di Hasan nonché, per me, il “best camp coordinator ever”.
La sensazione che si prova quando si aprono le porte , che collegano gli arrivi con la sala in cui parenti, amici e nuovi posti ti aspettano, è indescrivibile. Tra la folla cerchi dei volti familiari, volti che fino ad allora hai visto soltanto in foto, e quando i tuoi occhi incrociano quelli dei membri della tua hostfamily una scarica di adrenalina ti sale su per la schiena e gli occhi ti sorridono. 

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