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Per cominciare dirò sin da subito che l'esperienza è stata magnifica, è stato il mese più bello ed emozionante che io abbia mai trascorso! E perciò ringrazio per avermi dato l'opportunità di vivere questi momenti indimenticabili!
Il volo è stato molto stancante ma questo era prevedibile, dopotutto la destinazione era dall'altra parte del mondo!! 
Tuttavia appena arrivata ho dimenticato subito la stanchezza grazie alla disponibilità e al calore che ho trovato presso Tricia e Alan Jamieson. 
Questa famiglia si è dimostrata sin dal primo giorno affettuosa e coinvolta nel "progetto", proponendomi attività e mostrandomi luoghi che senza di loro non avrei avuto la possibilità di visitare! 
Mi hanno inoltre permesso di instaurare delle amicizie con dei miei coetanei (amici di famiglia) presentandomi a loro, immaginando che mi avrebbe fatto piacere trascorrere del tempo con qualcuno che aveva più o meno la mia età! Un'idea veramente gentile e, se devo dirla tutta, proprio azzeccata! L'esperienza più bella è stata la visita di alcune cave rocciose (sfortunatamente non mi ricordo la località, ma, riconfermando ciò che ho detto prima riguardo la gentilezza e la disponibilità della famiglia, dico che ci abbiamo messo 3 ore in macchina! Insomma non erano assolutamente tenuti a farlo, ma mi hanno dato questa possibilità.. Sono persone meravigliose!), e lo stesso giorno siamo andati alla Casa de Kiwi.. Tricia sapeva che desideravo vederne uno dal vivo!! 

Quest'inverno mi e' stata proposta come destinazione la Nuova Zelanda e dal momento che mio fratello vi era stato l'anno scorso ed essendo lui tornato entusiasta, ho accettato al volo e posso garantire che sono felicissima di averlo fatto perche' e ' stato il viaggio piu' bello della mia vita! 
Sono partita il 12 dicembre e tornata esattamente un mese dopo, il 12 gennaio. 
Durante il mio viaggio sono stata in tre diverse famiglie ed in tre diversi luoghi dell' isola del nord ed e' stata una grande fortuna in quanto ho così avuto la possibilità' di visitarla quasi tutta.
Un'altra fortuna e' stata essere in tutte le famiglie con una ragazza italiana, con la quale ho legato moltissimo e condiviso esperienze davvero mozzafiato.
Essendo nell'altro emisfero, era estate e, nonostante qualche giornata di pioggia ed il costante vento (Wellington, la capitale, è la città più ventosa di tutto l'emisfero australe), è stato magnifico poter perdere un mese di freddo inverno e passarlo invece con pantaloni corti e t-shirts o addirittura in costume sulla spiaggia.
Dieci giorni li ho passati al campo e sono stati intensissimi.
Ogni giorno ci aspettavano attività di ogni genere, tutte interessantissime, emozionanti e coinvolgenti, che hanno reso tale campo indimenticabile. 
Spero di ripetere un’esperienza simile al più presto e ringrazio di cuore i Lions, che danno a noi giovani opportunità eccezionali.

Erano le 2.57p.m. del primo luglio 2014 quando io, una semplice ragazza mora di diciassette anni scesi dall’aereo che mi aveva accompagnato per ben due giorni ad arrivare in Nuova Zelanda.
Ricordo che mi sentivo stanca ma felice, ingenua e confusa, nelle mie vene scorreva un’energia e voglia di gridare surreale, il mio cuore, la mia mente, il mio animo e il mio spirito erano appesantiti da una stanchezza umana (comune) ma allo stesso tempo erano sostenuti e accompagnati da una gioia che mi scaldava dentro e si rifletteva all’esterno con un sorriso sincero e felice.
Per me era un sogno che si è trasformato in esperienza ed ora in ricordo. Ricordo di un paese che mi ha sorpreso sotto tutti i punti di vista, dal cibo variegato dolce e salato, dalla lingua dei maori piena di storie e racconti, dalle case tutte a un solo piano, dai paesaggi indescrivibili e spettacolari, dalla storia giovane ma intensa del paese, dallo stile di vita rilassato e spensierato, e dalle mille esperienze che ognuno fa e porta nel cuore. Io personalmente ho il ricordo della Nuova Zelanda come un paese cresciuto in fretta sotto certi aspetti ma ancora giovane e pieno di sorprese.
Auguro a chiunque di poterlo visitare un giorno perché credo che certe emozioni e sensazioni si possano provare solo lì come per me lo è estato vedere il tramonto da un ghiacciaio.
Consiglio a tutti di partire con vestiti caldi perché con tutta la sua bellezza la Nuova Zelanda non conosce il riscaldamento e potrete ritrovarvi , come a me è capitato, di avere 21’ in sala e 3 in camera da letto‼
Come disse qualcuno “Viaggiare è camminare verso l'orizzonte, incontrare l'altro, conoscere, scoprire e tornare più ricchi di quando si era iniziato il cammino.
(Luis Sepúlveda)

Ho vissuto questa esperienza anche per Balù che un anno fa ci ha lasciati
Buona Strada

“Kia Ora”. Questa parola è stata l’inizio della mia esperienza in Nuova Zelanda, cominciata il primo Luglio 2014, durata 4 settimane e terminata il 26 Luglio con pianti, baci, abbracci e la speranza di poter tornare almeno un’altra volta, ma perché no anche più d’una, in quel magnifico paese. 
Certo non potevo scegliere destinazione più lontana! Come potrete facilmente immaginare il viaggio è stato interminabile!! Se devo proprio dire la verità, per il viaggio d’andata ho barato un pochino perché mi sono fermata 3 giorni a Sydney, ma il volo è stato comunque infinito e la stanchezza si è fatta sentire!
Sono stata ospitata da tre famiglie diverse, in tre posti diversi del paese, e ciò mi ha dato modo di conoscere vari aspetti della nazione, dalle pianure sconfinate e piene di pecore, le colline brulle, i grandi laghi glaciali e i piccoli paesini dell’isola del sud alla grande capitale, Wellington, e le verdi colline circostanti della zona meridionale dell’isola del nord. 

37 ore di viaggio, 12 ore di fuso orario, 3 scali, 30 giorni, 3 famiglie diverse, tour per la Nuova Zelanda, tantissimi animali osservati da vicino nella natura, paesaggio selvaggio conservato, un giorno da scolara, cene e progetti coi Lions, 10 gradi fuori casa e 11 dentro, cibi diversi e sconosciuti, disponibilità, curiosità, amicizia, fratellanza, ospitalità, gentilezza, scoperta di una cultura antica (Maori),stili di vita diversi, allevatrice di mucche per un giorno, sport estremi, amore per l'Italia, vita cittadina, ingresso in parlamento, legami con altri Lions in viaggio da tutto il mondo, legami con le famiglie e i parenti, abitudini particolari, aiuto con l'inglese, insegnamenti, consigli, partita degli all blacks e incontro con uno di loro. 
Questo è stata in breve la mia esperienza in Nuova Zelanda tra tante tantissime attività svolte oltre ad un bagaglio di cultura ho portato, in Italia con me, legami con persone vogliose di conoscenza e di relazionarsi con gli altri.
Consiglio a tutti questo meraviglioso paese così lontano, ma così meritevole.

La terra dei Maori, la Nuova Zelanda, e' un paese unico sotto molti aspetti.
Oltre alla localizzazione geografica, che la pone esattamente agli antipodi della Spagna, la distanza culturale che si ha tra questo paese e il nostro è maggiore di quanto si possa pensare.
La Nuova Zealanda, infatti, pur essendo un paese di cultura e tradizione britannica (la popolazione europea e' infatti prevalentemente di origine inglese, scozzese e irlandese) e facendo  parte del Commonwealth (il loro monarca e' la stessa regina d'Inghilterra), e' un paese dalla storia estremamente recente, più di altri paesi del "nuovo mondo".
Durante la metà del diciannovesimo secolo, infatti, i primi missionari europei si cominciarono a stabilire in questa affascinante terra, con lo scopo di convertire la popolazione locale, i maori (l'obiettivo è stato raggiunto, sin dall'inizio, con un certo successo).

Salve a tutti, mi chiamo Francesco Schwabe Brini e ho diciassette anni; avrei piacere di raccontarvi della mia esperienza in Nuova Zelanda.
A dicembre 2014 sono partito, grazie al programma di scambi giovanili del Lions Club, per un mese con altri sette italiani.
Dopo essere stato in Giappone e in Turchia, posso confermare che questi viaggi restano, in ogni caso, esperienze indimenticabili che formano noi ragazzi sotto molti aspetti che la vita in Italia non può influenzare. Quando si torna a casa, oltre alla malinconia e una valigia più pesante, ci si porta con sé un bagaglio di informazioni culturali senza simili. L’ opportunità di poter conoscere culture straniere così da vicino è un’ occasione sensazionale.
Essendo la Nuova Zelanda nell’ emisfero australe, sono stato là nel loro periodo estivo e questo è stato un elemento che mi ha fatto apprezzare ancor di più quel bellissimo Paese; dopo un’ estate che in Italia si è distinta per piogge e giornate nuvolose, un nuovo mese “estivo” è stato ciò che ci voleva. 
Ripensandoci accuratamente, sceglierei ancora e ancora di andare in Nuova Zelanda e cambierei ben poco della mi esperienza all’ estero.
L’ organizzazione neozelandese è stata impeccabile, chapeau. Mi sono sempre sentito come a casa, senza mai soffrire più di tanto per la lontananza dall’ Italia.
Nel mese in Nuova Zelanda, ho trascorso dieci giorni in un campus con altri cinquantasei ragazzi provenienti da undici nazioni diverse: dalle Isole Samoa agli Stati Uniti d’ America; per i rimanenti giorni sono stato ospitato in casa di una splendida famiglia, della quale conserverò sempre un dolce ricordo.

Avere l'opportunità di vivere un mese della propria vita in Nuova Zelanda è un' emozione incredibile e indimenticabile!
Tutto cominciò il 17 dicembre quando mi trovai all' aereoporto di Malpensa pronto, con dei nuovi amici, a partire per l'avventura.
Prima di imbarcarmi sull'aereo ero scoraggiato forse a causa della lunghezza del viaggio forse dal dover abbandonare la famiglia e gli amici con cui avevo fino a quel momento trascorso lunghe giornate tra università e lago d'Iseo, per non parlare della sconsolazione che avevo nel dover lasciare a casa i libri per un mese intero.
Appena atterrato a Wellington, dopo circa trenta ore di volo transoceanico, in compagnia di altri due ragazzi italiani che avrebbero passato il periodo in famiglia nei pressi di Wellington come me, e senza sentire ancora la stanchezza, ero curioso di incontrare la mia host family e l'abitazione locata ad Upper Hutt, luogo che, come già visto dalle fotografie, si presentò come un paradiso naturale.
Chris e Janette, gli ospiti miei e di Leonardo, si mostrarono subito gentilissimi, simpatici e disponibili. Mi resi conto che ad essi avrei potuto chiedere tutto e addirittura scherzare con loro, nonostante la loro età loro avrebbero fatto lo stesso con me.

Mon cher Odette 

vous écrire pour vous dire que je suis arrivé à la maison et le voyage s'est bien.
C'était un peu dur et longtemps, ils sont en Sardaigne avec mes parents. 
Avec mon courrier je tenais à vous remercier tous, votre cuisine a été vraiment exceptionnel, j'ai préparé hier soir un des salades que j'ai appris à faire pour vous et a été un succès. Je vous remercie de me faire visiter votre beau pays et le Vanuatu. 
Rappelez -vous avec beaucoup d'affection, et j'espère vous à Florence et Peut être encore en Nouvelle Calédonie, peut être avec mes parents. Je m'excuse beaucoup, si j'ai parfois créé des problèmes et je suis désolé pour ce qui est arrivé avec Alessandra samedi dernier.
Je vous salue caramente avec tellement d'affection et se souvenir que vous serez dans mes pensées pour la très belle expérience du passé et grâce à qui a toutes voi Lions du Nouvelle  Calédonie et du monde pour l'occasion qui est donné.
Un bacio grande e buona fortuna un baiser grande et bonne chance
cristina

È iniziata la scuola e immancabili sono i ricordi delle mie, papà dice lunghissime, vacanze estive e dell’importante opportunità che i Lions tramite te mi avete riservato e che conserverò per sempre nel mio cuore.
Ho già avuto la fortuna di viaggiare molto con i miei genitori ma ritengo che queste esperienze con  gli scambi giovanili siano un privilegio eccezionale.
Quest’anno poi è stato sorprendente incontrare dall’altra parte del mondo amici giovani e meno giovani con cui condividere le stesse esperienze e scoprire che alla fine tutti hanno lo stesso modo di intendere l’amicizia in maniera  leale e disinteressata.
E’ anche sempre più difficile vedere paesaggi incontaminati, mari cristallini e spiagge bianche mozzafiato ma in un mese ho avuto modo di vedere non solo luoghi molto belli ma anche  di incontrare tante persone, con cui continuo a sentirmi, e che alla fine non sono poi molto diverse da noi.
Sono felice di conoscere usi e costumi diversi e sono molto fiero di andare ospite in un paese straniero a rappresentare il nostro paese.
Voglio ringraziarti personalmente per avermi data questa occasione importante  e se vorrai sarò lieto di poter continuare a farlo anche perché sono già pronto, e con tanto entusiasmo, per partire anche il prossimo anno.

 

La prima volta che ho sentito il nome Nuova Caledonia avevo solo una vaga idea di dove potesse trovarsi, ma ho accettato subito di partire e non me ne sono pentita! 
Certo, i quasi due giorni di viaggio non sono certo una passeggiata ma io e Rachele siamo state accolte dai vari Lions Club nel migliore dei modi.
Sicuramente, il legame più forte si è instaurato con le famiglie di Noumea con cui siamo rimaste due settimane e con cui mantengo tuttora i contatti e con la mitica Odette, che ha organizzato per noi giornate di ogni genere: la passeggiata a cavallo, l'uscita delle balene, le visite ai musei della città, alla barriera corallina...

Sono Federico Franceschinis, ho 19 anni, Ålesund è stato per me il primo campo Lions a cui ho partecipato.
Sono partito il 22 luglio 2006, il 5 agosto è terminato il campo e dopo una settimana di famiglia sono tornato a casa il 12 agosto.
Per me è stata una bellissima esperienza in quanto ho avuto modo di visitare posti stupendi e di conoscere molte persone simpatiche ed interessanti; spero di mantenere questi rapporti per mezzo di Internet, per il momento sembra andare bene.Il mio inglese è migliorato molto, mi esprimo con molta più scioltezza, e ho avuto l’opportunità di conoscere parte delle altre culture come, ad esempio, islamismo ed ebraismo.

Il mio viaggio questa estate è stato diretto in Norvegia, precisamente nella parte centrale del paese,vicino a Trondheim.
Le prime due settimane passate al campeggio sono state piuttosto inusuali, in quanto siamo stati quasi tutto il tempo nel campo, o a camminare sui sentieri adiacenti, addirittura per circa 15Km.
L' esperienza vissuta mi ha permesso di capire come i norvegesi valorizzino molto la bellissima natura che li circonda, e amino fare escursioni alla ricerca di animali o paesaggi stupendi. L'aspetto negativo di questo campeggio è stato che però abbiamo visto ben poco della Norvegia, in quanto abbiamo visitato Trondheim solo 1 volta per circa 3 ore, il resto delle escursioni sono state tutte destinate alla visita di chiese e montagne, dove non abbiamo mai incontrato quasi nessun norvegese, escluso 1 giorno nel quale abbiamo partecipato ad un concerto rock.

Il giorno 22 luglio 2006 sono partita per il mio secondo scambio con i Lions…destinazione Norvegia!Sono arrivata all’aeroporto di Trondheim alle 11 di sera e lì ho incontrato un altro ragazzo italiano, Paolo; dopo quasi 1 ora all’aeroporto per compilare i moduli dello smarrimento della mia valigia (che poi mi è arrivata dopo 2 giorni!!!) e 2 ore in macchina siamo arrivati al campo!Dopo i primi 2 giorni di conoscenza le giornate con gli altri ragazzi (in tutto eravamo 22) sono diventate splendide!
Sinceramente durante il giorno non facevamo niente di speciale, anzi…giocavamo a calcio, a carte e mangiavamo (!!!) ma fortunatamente ho incontrato ragazzi simpatici e intelligenti con cui si poteva parlare di tutto…dalla musica alla politica!
Ogni giorno, a turno, due di noi si dovevano occupare della colazione e dell’organizzazione delle attività nel campo; appuntamento fisso della giornata era la presentazione delle varie nazioni.

Cosa dire dell’ esperienza vissuta in Norvegia?…
In tre settimane ho fatto e provato cose che in diciott’ anni non avevo e non mi ero mai sognata di fare…
Per cominciare è stata la mia prima esperienza, il mio primo viaggio fuori dal mio piccolo mondo e, per di piu’, da sola.
Ovviamente bisogna dire, anche, che è stato il mio primo volo in aereo. Sussubito, appena partita, non me ne rendevo conto della lontananza da casa, ma, appena atterrata all’ aereoporto di Oslo le cose erano già cambiate. Mi sentivo persa e, come i primi giorni in famiglia, non mi sentivo al mio posto, fuori dalla consuetudine e soprattutto così lontana dalla mia famiglia. Non era mai successo.Non mi trovavo piu’ in quel luogo così sicuro; casa.
Questo,però, per i primi tre giorni.

Grazie Mr. Rune Johansen
Grazie Fiorenzo Smalzi
Grazie Remo Macchi 

E grazie a tutti gli amici Lions che sono stati molto vicini a me, Cristina, e a mia figlia Marta, disabile dalla nascita con una grande voglia di misurarsi  e divertirsi con gli altri. E  questo è successo in Norvegia alla Gronolen Hellgard un’ex fattoria di montagna trasformata in albergo: stanze molto accoglienti e letti con piumino che ci ha fatto molto comodo visto che la temperatura notturna era di 10°.A proposito del tempo atmosferico abbiamo avuto 12 giorni di pioggia e 3 di solicello temperatura giornaliera 15 - 20°

Sono Simona Martini e ho partecipato quest'estate al programma di scambio giovanile in Norvegia dal 22 luglio al 12 agosto.
Questo è il mio resoconto.
Ho trascorso la prima settimana in una famiglia di una piccola cittadina che si chiama Skiptvet. La casa era situata nella campagna in un luogo molto isolato per me ma la famiglia è stata molto disponibile con me: ogni giorno ho avuto la possibilità di visitare luoghi nuovi e interessanti ( il museo vichingo, Oslo, il palazzo reale, una power station, la natura, i numerosissimi laghi, i boschi, un giorno sono stata persino in Svezia...), ho potuto provare diversi tipici piatti e la tipica routine della mia famiglia. Ho apprezzato molto il fatto che oltre a me la famiglia ospitava una ragazza biellorussa della mia età.
Con lei mi sono potuta confrontare e ho trascorso la maggior parte delle mie giornate, ciò è stato anche d'aiuto alla permanenza al campo perché all'arrivo non mi sono sentita sola e potevo contare su di lei.
La famiglia è stata molto (quasi troppo) generosa (ci hanno portato in moltissimi posti, ci hanno offerto tutti i pasti fuori casa, ci hanno lasciato a disposizione una camera personale e un computer da utilizzare quando volevamo), disponibile ( sono venuti a prendermi al mio arrivo all'aeroporto, mi hanno portata al campo e mi hanno seguito all'aeroporto per il ritorno) e molto piacevole e divertente. E' stato straordinario e strano vivere in questa famiglia e alla fine sentirla un po' tua. Una delle ultime sere al campo tutte le host families sono venute per un barbecue li ho quasi sentiti come la mia vera famiglia. Ho apprezzato parlare con loro e sentire i loro discorsi...e vedere quanto era bella la loro famiglia. Ho vissuto una settimana molto tranquilla e rilassante, oltre alle attività giornaliere sono riuscita ricavarmi il mio tempo libero e ho avuto molta libertà.

Prima di partire ero un po’ spaventata, insomma non sarei andata due settimane in un college di Oxford a studiare la lingua e a sottostare ad un confortante programma “all inclusive” completamente organizzato.
Nè sarei partita verso mete sconosciute con un gruppo di amici che avrebbero potuto darmi manforte nei momenti di debolezza e bisogno.
Si trattava di tre settimane in un posto (la Norvegia) dove non avrei capito una parola dell’idioma parlato, un Paese di cui non ho mai sentito parlare molto e, semmai è rientrato nei discorsi a cui ho preso parte, era sempre stato citato come “qualcosa di molto lontano e molto vago”. Però, insomma, il programma prevedeva una settimana in famiglia e due settimane in un camp: non andavo di certo allo sbaraglio. E poi, ammettiamolo, essere “catapultati” in una realtà diversa e completamente nuova, forse non è sempre facile, ma di certo è affascinante! E poi io sono fermamente convinta del fatto che il viaggiare e il conoscere diverse abitudini, lingue, tradizioni, paesaggi e cibi non possa che arricchire! E quindi la naturale tensione prima della partenza si è trasformata in pura curiosità.

E quella che ho vissuto si è rivelata un’esperienza meravigliosa!

Per l’estate 2007 ho scelto la Norvegia come destinazione per il mio Lions Exchange 2007.
Ho viaggiato molto in questi ultimi anni con i programmi Lions e posso dire con certezza che quest’anno è stato uno dei viaggi più interessanti sotto il profilo culturale.La Norvegia è un paese scandinavo dalle tradizioni e culture profondamente diversi dai Paesi del Mediterraneo.
Sono stato all’estero per tre settimane, la prima in famiglia, e le seconde due in campo. Ho visitato molte città interessanti: la capitale Oslo, Moss ( famosa per il Lago di Moss) e Lillehamer che ha ospitato le olimpiadi invernali qualche anno fa’.
Mi ritengo molto fortunato in quanto ho trascorso la prima settimana in una famiglia stupenda; sono stati disponibili nell’accompagnarmi in molti luoghi importanti della loro nazione.La seconda parte del viaggio si è concentrata in un campo non molto distante da Moss dove la gestione delle attività è stata perfetta, la migliore da quando viaggio con i Lions. Quasi ogni giorno erano organizzate delle uscite in posti caratteristici della Norvegia; lo staff è stato gentilissimo e di fondamentale importanza, per creare un bell’ambiente, è stata la disponibilità che ci hanno dimostrato.
Al campo erano presenti 21 nazioni differenti circa il 10% degli stati mondiali. Un gran successo sia dal punto di vista personale sia per il Lions Club norvegese.Per concludere sono state tre settimane senz’altro positive; posso solo ringraziare coloro che mi hanno dato la possibilità di partecipare a questa magnifica avventura.

Foreste, immense distese verdi, fiumi e laghi, un clima estivo mite, il cielo azzurro sempre coperto da qualche spumeggiante nuvola bianca pronta a riversare la sua acqua in qualsiasi momento e più di 20 ore di luce al giorno: gli ingredienti per fare della Norvegia un paese incredibile, ricco di sorprese e spettacolari paesaggi e panorami di cui nessuna fotografia potrà mai ritrarre le emozioni che suscitano in chi li osserva.
Da nord a sud, da est a ovest, quello che colpisce di questo paese scandinavo è la supremazia della natura, che l’uomo ha deciso di non dominare.
Guardando il grande lago Mjosa, d’estate frequentato da numerosi pescatori, ho provato a immaginarlo durante le rigide temperature invernali, completamente ghiacciato e circondato da un paesaggio tutto ricoperto di bianco. Ho poi potuto osservare le altissime scogliere che circondano i fiordi, ricchi di cascate che finiscono in queste famose nicchie d’oceano che si insinua all’interno del paese, ricamandone la costa. E sono rimasta colpita dagli sconfinati prati lasciati incolti, dai limpidissimi fiumi in cui ci si può tuffare, che sono fonte di acqua potabile ed energia idrica. E a completare il paesaggio norvegese le non troppo alte montagne che ricoprono gran parte del paese, dove l’uomo lascia lo spazio ai troll. Questi piccoli e dispettosi gnomi che popolano i monti sono una delle tante antiche leggende che insieme alle numerose storie rendono incredibile questo paese.